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mercoledì 31 ottobre 2012

Nuovi acquisti #5

Ebbene sì, eccomi di nuovo qui a parlarvi di libri ed, in particolare, degli ultimi libri acquistati.


La stella nera di New York: è un po' che ne sento parlare sui vari blog librosi che seguo, su internet, su aNobii e un po' ovunque. Sia il titolo che la copertina che la storia mi attirano molto, mi intrigano e mi ispirano, quindi sabato ho fatto un giro in libreria e l'ho acquistato. 
Ed è inutile dire che non vedo l'ora di leggerlo!

Il cassetto dei ricordi segreti mi è stato regalato dalla casa editrice PIEMME che ringrazio immensamente. La storia raccontata è il progredire di una malattia terribile e degenerante che sgretola la memoria e la persona che ne è affetta.
Mi ispira molto ed ho grandi aspettative.

Questo libro è un abat jour è un altro regalo di una casa editrice, Ponte delle Grazie. Ringranzio infinitamente anche loro.
L'ho già iniziato e praticamente quasi finito, è molto interessante ed istruttivo.

Abbasso i bulli, altro regalo della Ponte delle Grazie. Un libro che parla di un problema attuale e molto grave, soprattutto se degenera.
Vedremo come sarà.

Ora sono in attesa di altri tre libri e chissà che qualcuno me ne regali, presti o consigli altri :)

In ogni caso per ora è tutto, alla prossima!

Boyfriend Tag

Buongiorno e buon Halloween! Siete pronti a festeggiarlo nel modo più pauroso possibile? :D

Questo post non è assolutamente a tema libroso, come si evince dal titolo, però, da quando l'ho letto sul blog di Strawberry Una Fragola al Giorno e su quello di Chiara Bulimia Letteraria, mi è venuta voglia di copiarlo e farlo perché è un tag tenero, dolce amoroso e anche divertente.
Consiste nell'intervistare il prorpio boyfriend, che nel mio caso è già passato al livello successivo essendo diventato hubby il 12 maggio di quest'anno <3, e nel commentare, tra parentesi, le sue risposte.
Pensavo che il mio hubby avrebbe fatto più rsistenza, invece ha detto subito sì e ci siamo anche divertiti un sacco!
Pronti? Partenza, via!


1) Dove ci siamo conosciuti?

Nel bar-pasticceria che c’è nella piazza della chiesa nel paese dove abitiamo.

(giustissimo! Anche se io me ne ero scordata e avrei risposto un’altra cosa…)

2) Dove siamo andati al primo appuntamento?
Alla Rata Vuloira: io ho bevuto una Desperados e tu una Corona.

(Bravo amore, due su due! Anche qui io ho avuto un attimo di defaillance, ma mi sono ripresa subito)

3) Qual è stata la tua prima impressione di me?
“Questa ragazza la pensa come me”

(che tradotto dal linguaggio albertesco vuol dire che ha pensato che eravamo sulla stessa lunghezza d’onda, complementari, molto simili, aime gemelle insomma.
Io ho pensato che di ragazzi come lui ce n’erano veramente pochi e valeva la pena buttarsi. Mi ricordo che mi ha colpita il fatto che sapesse una cosa di psicologia ignorata dai più)

4) Quando hai incontrato la mia famiglia?
Una sera che sono venuto a trovarti a casa.

(Vero. E i miei hanno pensato che fosse, testuali parole, un bravo ragazzo)

5) Ho qualche strana ossessione?
Il lavandino della cucina deve essere sempre pulito e asciutto.

(-.- comunque ha ragione, non mi piace vedere il lavandino d’acciaio macchiato di gocce d’acqua. Touché)

6) Da quanto tempo stiamo insieme?
Da due anni e mezzo.

(<3)

7) Abbiamo una tradizione?
No, nessuna in particolare.

(sarà poco romantico ma è vero)

8) Qual è stato il nostro primo viaggio in macchina?
Siamo andati a fare un week end al Lago d’Orta.

(un week end bellissimo *__*)


9) Qual è stata la prima cosa che hai notato di me?
Che non avevi più i capelli ricci.

(ok, questa ve la spiego: io ho una ditta, insieme ai miei genitori e adesso anche con mio marito, nella quale vendiamo legname sia all’ingrosso che ai privati. L’autunno prima che ci conoscessimo, lui era venuto a comprare del compensato perché si stava costruendo il mobile per l’acquario e la avevo servito io. E, ai tempi, mi ero fatta la permanente)

10) Qual è il mio ristorante preferito?
Tu non ce l’hai un ristorante preferito.

(è vero, basta che si mangi bene e per me è tutto a posto :P)

11) Su quali argomenti litighiamo di più?
Sui soldi da spendere: tu compreresti libri in continuazione se ogni tanto non ti dessi un freno.

(sì, però non è proprio così: so benissimo tenermi! Ad esempio, quest’anno che ci siamo sposati e da quando abbiamo iniziato i preparativi, sono stata molto oculata nelle spese. Magari “molto” è troppo, ma diciamo che un po’ ci ho fatto caso…)

12) Chi porta i pantaloni nella nostra relazione?
Il nostro gatto!

(Ahahahahah :DDDDD. È vero, comanda lei!)


13) Se sto guardando la televisione, che cosa sto guardando?
Criminal Minds, Revenge oppure i film che scegliamo iniseme.

(“insieme” vuol dire che li sceglie lui e che ultimamente si rivelano emerite cavolate…)

14) C'è un cibo che non mi piace?
Il fegato.

(non solo non mi piace, ne detesto anche l’odore! E rischio il vomito se per caso, mangiando il fritto misto, ne metto in bocca un pezzo)

15) Che cosa ordino da bere quando mangio fuori?
Acqua naturale o birra o il Greco di Tufo.

(promosso!)

16) Che numero ho di scarpe?
37

17) Qual è il mio sandwich preferito?
Quello che faccio io: pane al sesamo (quello da hamburger), hamburger, formaggio ceddar, altro hamburger, altro formaggio ceddar, una foglia di insalata, una fetta di bacon, maionese e salsa BBQ.

(e meno male che lo fai una volta ogni morte di papa, altrimenti povero il mio fegato! Comunque è vero che è il mio preferito, è buonissimo!)

18) Che talento ho?
Mi rendi felice :-* e sai piegare le borse della spesa a triangolo. Non è mica da tutti!

(amore mio! <3 e prima o poi lo insegno anche a lui a piegare le borse)

19) Che cosa mangerei tutti i giorni se potessi?
Pizza

(verissimo! ADORO la pizza!)


20) Quali sono i miei cereali preferiti?
Non hai cereali preferiti, non li mangi quasi mai.

(giusto. Ogni tanto li compro, ma li scelgo sempre a caso)

21) Qual è la mia musica preferita?
Gli H.I.M., i 30 Second to Mars, i Queen, The Doors, Laura Pausini, Vasco, Michael Bublè, James Blunt… può bastare?

(sì, direi di sì, ci sono quasi tutti ^^)

22) Qual è la mia squadra preferita?
Quella di Criminal Minds e il Milan.

(il Milan solo da quando stiamo insieme, causa monopolio assoluto del telecomando e divieto irrevocabile di guardare la Juventus)

23) Di che colore sono i miei occhi?
Azzurri.

24) Chi sono i miei migliori amici?
Alice, Alessia, Simona e Francesca.

(<3 vi voglio bene <3)

25) C'è qualcosa che io faccio che tu vorresti che io non facessi?
Asciugare il lavandino in continuazione.

(-.-)

26) Da dove vengo?
Da un piiiiccolo paesino del Canavese.

(non è così piiiiccolo!)

27) Che torta mi prepareresti per il mio compleanno?
Una torta uguale a quella del matrimonio!

(mamma mia che buona, me la sogno ancora adesso!)


28) Pratico qualche sport?
Lo yoga, se si può considerare uno sport.

(io direi di sì, se non altro per fare bella figura :P)

29) Che cosa potrei fare per ore?
Leggere senza accorgerti di quello che ti accade intorno. E dormire.

(verissimo. Penso che potrebbero anche rubarmi il divano su cui sono seduta e nemmeno me ne accorgerei. E sì, adoro dormire :P)

30) Se potessi vivere ovunque, dove andrei?
Ovunque. Ma sempre con me.

(certo che sì <3)



martedì 30 ottobre 2012

Un Giorno Questo Dolore Ti sarà Utile - Peter Cameron

Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile
Titolo originale: Someday This Pain Will Be Useful to You
Autore: Peter Cameron
Traduttore: G. Oneto
Editore: Gli Adelphi
Pagine: 206
Data di pubblicazione: 19 Marzo 2010
ISBN: 9788845925023
Prezzo: 10.00 €

Sinossi:
James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia nella galleria d'arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d'altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell'artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un'alternativa all'università ("Ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granché"), James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace le sue attività preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. Finché un giorno James entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne è un utente compulsivo, un appuntamento al buio...

Un giorno questo dolore ti sarà utile è un libro strano perché inizi a leggerlo e non te ne stacchi più, ma, arrivati alla fine, ci si chiede: "l'ho letto così in fretta perché mi è piaciuto? Perché poi, mi è piaciuto?"
Per lo meno, a me è successo così.

Questo romanzo molto particolare mette al centro del suo racconto una domanda che tutti, una volta finito il liceo, ci siamo posti: "Adesso che ho 18 anni, adesso che sono "grande", cosa faccio della mia vita?"
Perché quello è il momento in cui ci ritroviamo a dover decidere cosa vogliamo che diventi la nostra vita, come vogliamo che sia il nostro futuro.
 Però, come riflette James, il protagonista di questa storia, "[...]ho solo diciotto anni. Come faccio a sapere cosa vorrò dalla vita?"

James è un ragazzo con problemi di socializzazione, un sociopatico e un asociale che preferisce la solitudine alla compagnia degli altri ragazzi della sua età e che ha seri a relazionarsi con i suoi compagni ed, in generale, col resto del mondo.
Le uniche due persone con cui va d'accordo e riesce ad aprirsi senza problemi sono John, che lavora con lui nella galleria della madre, e la nonna Nanette. Entrambi sono personaggi fantastici che, a modo loro, insegnano a James come vivere e come affrontare le proprie paure. E, insieme a loro, ci sono anche la mamma, il papà e la sorella Gillian che, spesso nel modo sbagliato, cercano di far capire al ragazzo che scappare non è la soluzione giusta perché i problemi ti raggiungono ovunque.
Sì, perché sembra proprio che l'unica risposta ai problemi per James sia la fuga: ha iniziato a Washington durante una gita scolastica, ha continuato dopo aver fatto un brutto scherzo a John ed essere stato licenziato dalla mamma, vuole non andare all'università per fuggire dalla sua sociopatia e prova a scappare anche quando il suo futuro compagno di stanza dell'università lo chiama al telefono per invitarlo al cinema così da cominciare a conoscersi.

Ho iniziato questa recensione dicendo che per me è difficile dire se questo romanzo mi sia piaciuto o no perché, per quanto sia vero che esistono persone con questo problemi, quelli del protagonista sono davvero estremizzati, lui è irritante perché l'unica cosa che sa fare è piangersi addosso senza provare mai a cambiare, resta refrattario agli aiuti che, seppur lo facciano spesso male, gli lanciano mamma papà sorella e psicoterapeuta.
Insomma, tirando le somme, credo proprio che fosse questo l'intento che Cameron volesse perseguire e, con me, ci è riuscito in pieno.
Quindi sì, è un bel libro, ben scritto e ben strutturato.  

Festa d'Estate - Remco Campert

Titolo: Festa d'estate
Titolo originale: Het leven is vurrukkuluk
Autore: Remco Campert
Traduttore: D. Santoro
Editore: Elliot
Pagine: 127
Data di pubblicazione: Luglio 2012
ISBN: 9788861922730
Prezzo: 13.50 €

Sinossi:
In una giornata d'estate i due amici Mees e Boelie, con la sedicenne Panda, sono tutti impegnati nell'inseguire l'amore e godersi la vita, cosa comune del resto nel loro mondo di aspiranti artisti. Tra corteggiamenti andati a vuoto, feste, passeggiate senza scopo e un crescendo di situazioni bizzarre, c'è tempo anche per una rapina ai danni di un povero vecchio messa a segno nel parco dalla più giovane e "innocente" del trio, che però condurrà a un doppio lieto fine: il vecchio ritroverà un'antica amicizia che interrompe la sua solitudine, mentre gli altri con il bottino organizzeranno una grande festa all'insegna di un assoluto carpe diem. Pubblicato per la prima volta in Olanda nel 1961 e ora nuovamente ristampato, questo piccolo classico conserva ancora intatta tutta la sua freschezza, tratteggiando con umorismo, invenzioni linguistiche e acume psicologico un quadro sociale articolato, in cui si colgono le prime avvisaglie di una ancora latente contestazione giovanile alla famiglia e al modo di vivere borghese e la critica alla vacuità di un ambiente fatto di artisti o presunti tali che passano da una festa all'altra e da una moda all'altra. E non importa quando e dove sia ambientata la storia: il lettore non tarderà a ritrovare coordinate a lui familiari, a prescindere dal decennio in cui è, o è stato, giovane, o addirittura a riconoscersi suo malgrado nell'indecisione, nella superficialità e a volte nel cinismo dei protagonisti.

Festa d'estate, nonostante il titolo spensierato, è un libro duro e diretto che, sebbene pubblicato per la prima volta negli anni '60, si adatta benissimo alla situazione odierna.

Protagonisti di questo romanzo breve (poco più di 120 pagine) sono Mees, Boelie e Panda tre giovani completamente diversi tra di loro con una sola cosa in comune: la voglia di godersi la vita che, in soldoni, si traduce nel voler far sesso e organizzare o partecipare a feste in cui alcol, droga e sesso la fanno da padrone.

Questa è la trama principale, ciò che salta agli occhi ad una lettura superficiale, ma ci sono anche i capitoli in cui viene raccontata la storia personale di Mees, che possiamo definire il capobandadi questo duetto formato da lui e Boelie.
Quello che si porta dietro è un passato di divorzi e di abbandoni in cui è costretto ad imparare a crescere e a vivere da solo, senza aiuti e senza sostegni.
Boelie, invece, ha una madre e un padre presenti, è un ragazzo timido che scrive poesie che vengono pubblicate e di discreto successo. Però, per spirito di emulazione, per sentirsi figo, si comporta da dissoluto anche se in fatto di donne arriva sempre dopo l'amico.
Panda, invece, è una ragazza che non sono riuscita bene ad inquadrare: non sono riuscita a capire il motivo per cui si comporti come si comporta. Lei all'inizio afferma "io voglio vivere" e forse il segreto per capirla sta tutto lì, in quella frase.

Sarà che l'ho letto ora che ho 28 anni e in un periodo in cui la dissolutezza giovanile è di nuovo di moda, però l'ho trovato molto attuale, molto istruttivo e con molti ed interessanti spunti di riflessione.
Di sicuro, nonostante l'apparenza, non è un libro così facile da leggere visto il modo diretto e deciso con cui viene raccontata ogni cosa, però, a mio avviso, è una lettura che va fatta e che può aiutare a capire tante cose, anche della situazione attuale.

lunedì 29 ottobre 2012

Recommend a... book by male author



Piogge di autori maschili, diluvi di autori maschili, valanghe e carriole di autori maschili!
Chi scegliere? Chi, chi, chi?

Combinazione, due dei miei romanzieri preferiti sono uomini: Stephen King e Gabriel Garcia Marquez.
Vorrei però proporvi un altro scrittore: Ira Levin, autore del famoso "Rosemary's baby", da cui è stato tratto l'omonimo film ( capolavoro del genere horror) di Roman Polanski.


Il diavolo, si mormora, abita a New York, in un bel palazzo del centro. Come spiegare altrimenti gli strani e inquietanti avvenimenti accaduti tra quelle mura? Ma la sinistra fama di quell'edificio vecchio ed elegante non basta a intimorire Rosemary e Guy Woodhouse, una coppia di giovani e innamorati coniugi, che vi si trasferiscono ricchi di sogni e di speranze. Finalmente lacarriera di attore di Guy sta decollando, e il futuro sembra riservare solo felicità: per Rosemary è il momento di pensare a un figlio. Ma la notte in cui il bambino viene concepito accadono cose tremende: è l'inizio dell'incubo e i nove mesi di gravidanza saranno un susseguirsi difatti terrificanti. Ma chi è,cos'è davvero quel bambino che Rosemary porta in grembo?

venerdì 26 ottobre 2012

La Luce sugli Oceani - M. L. Stedman

Titolo: La luce sugli oceani
Titolo originale: The Light between Oceans
Autore: M. L. Stedman
Traduttore: A. Mantovani
Editore: Garzanti libri - Narratori Moderni
Pagine: 370
Data di pubblicazione: Maggio 2012
ISBN: 9788811670629
Prezzo: 17.60 €

Sinossi:
Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull'isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d'improvviso la quiete dell'alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l'oceano le abbia mai fatto. E la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d'attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell'ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro.

Chi mi conosce bene sa che quando un libro parla di maternità o di maternità negata, avrà su di me un effetto profondo a causa della mia storia personale.
Per questo ci ho pensato molto e bene prima di acquistare questo libro perché si racconta di Tom ed Isabel, novelli sposi innamorati e felici che però non riescono ad avere bambini a causa dei continui aborti di lei. E questa mancata maternirà è una sofferenza che Isabel si porta dentro, impotente.
Fino a che, un giorno, sulla spiaggia dell'isola in cui vivono si incaglia una piccola barca con a bordo un uomo morto e una bambina piccola, infreddolita, affamata e impaurita, ma viva e vegeta. Tom, in quanto guardiano del faro, ha l'obbligo di avvisare e di annotare ogni naufragio, incidente e anomalia che succedono sull'isola ma Isaberl, trovandosi tra le braccia quel fagottino tanto desiderato, gli chiede di rimandare al mattino dopo e poi di non avvisare prorpio nessuno, tanto nessuno saprà mai quello che è successo su quell'isola sperduta abitata solo da loro due.
Ma quella bambina non aveva solo un padre, da qualche parte c'è una donna, una madre, che non si arrende e cerca disperatamente sua figlia.

La luce sugli oceani è un libro che parte in modo lento, quasi esasperante, al punto che stavo quasi pensando di abbandonarlo ma ho resistito e sono arrivata fino alla fine.
E' un libro che ti porta a porti tante domande, a chiederti cos'è giusto e cos'è sbagliato e se il giusto e lo sbagliato sono concetti assoluti oppure relativi.
E' un libro nel quale ti schieri dalla parte di uno e poi dell'altro, perché non sei così sicuro di aver fatto la scelta giusta.
E' un libro che non so se consigliare o sconsigliare perché, secondo me, è uno di quei libri che attraggono le persone che lo devono leggere mentre respingono le altre.
Di sicuro non è un libro per tutti.


Premio Blog Diamond

Caterina di Libero Arbitrio blog ci ha assegnato un premio e noi la ringraziamo infinitamente e ne siamo onoratissima!





Ecco le regole:

-Citare chi ha creato il premio: Roberta-Roby Beauty, che ha creato il premio per il raggiungimento dei 100 followers sul blog;
-Essere iscritte al mio blog;
-Premiare 5 blogger (possibilmente le più meritevoli) e ringraziare chi vi ha assegnato il premio: grazie, grazie, grazie Caterina! Siamo emozionate e onorate di aver ricevuto questo premio da te.

Le cinque blogger che abbiamo deciso di premiare sono:

Camilla di Bibliomania
Chiara di Bulimia Letteraria
Sonia di Cuore d'inchiostro
Erica di La Leggivendola
Francesca di Life in technicolor

Ve lo siete meritato ragazze!

Grazie ancora Caterina <3



mercoledì 24 ottobre 2012

Dal libro al film: Le parole che non ti ho detto


Buon pomeriggio e buon mercoledì a tutti!
Ritorna, dopo una lunga assenza, la rubrica intitolata "Dal libro al film" in cui compariamo i film tratti dai relativi romanzi e vi diciamo la nostra.

Il film e il romanzo che ho scelto per quest'oggi sono "Le parole che non ti ho detto" diretto da Luis Mandoki il primo, scritto da Nicholas Sparks il secondo.


 Di solito vengo prima a conoscenza del libro e poi mi capita di vedere il film, in questo caso è stato il contrario: ho visto il film e l'ho amato al punto da mettermi a fare ricerche su internet e scoprire che era stato tratto da un libro intitolato allo stesso modo.
Ne parlai con una mia amica (eravamo alle medie o all'inizio delle superiori e invece mi sembra ieri!) e lei mi disse di averlo a casa e di averlo letto e me lo prestò. Risultato: il libro mi piacque mille volte più del film e insultai mentalmente il regista per aver stravolto completamente la storia scritta nel romanzo.

Lo so che è normale che il libro sia più bello del film (anche se non sempre è così e, a tal proposito mi è venuto in mente il tema per il prossimo post di questa rubrica), però in questo caso lo stravolgimento è stato totale, non è stata solo una questione di "si è allontanato un po' dal libro" oppure "bello anche il film, ma il romanzo mi ha trasmesso di più".

Ad essere onesti ora come ora non so se il libro mi piacerebbe ancora così tanto, però ho rivisto il film qualche tempo fa e l'irritazione è stata la stessa.

Voi avete visto il film e/o letto il libro? Cosa ne pensate?

martedì 23 ottobre 2012

"La donna dello scandalo", Zoe Heller

Titolo: La donna dello scandalo            
Autore: Zoe Heller
Editore: Bompiani
Pagine: 255
Prezzo: 16,00

Sinossi:  Alla vigilia del processo per abuso di minore contro l'insegnante di ceramica Sheba Hart, la sua sedicente amica del cuore, Barbara, decide di raccontare a un'Inghilterra indignata la 'vera' storia dello scandalo. Ma la sua verità è profondamente deformata dall'ambigua attrazione che prova nei confronti dell'amica, dalla gelosia per il suo studente, dalla frustrazione di zitella attempata. Ed è quindi leggendo in controluce il suo racconto che scopriremo come sia proprio la pretesa amica di Sheba, con le sue rivelazioni tanto imprudenti quanto premeditate, la responsabile dello scandalo e della rovina di chi le ha incautamente confessato i suoi segreti. Il romanzo ha vinto il Booker Prize.

Rilettura. Ho adorato questo romanzo, scoperto qualche anno fa. Penso che Zoe Heller ( andrebbe scritto con due puntini sulla e di Zoe, ma non so dove trovarle...) sia un genio.

Sheba Hart è l'affascinante e anticonformista insegnante di ceramica di una scuola superiore di periferia. Molto legata a lei è Barbara, insegnante più anziata, zitella non dico inacidita ma quasi, persona di grande acume, non sempre altruista.
Sheba si innamora del suo studente Steve. Barbara per un certo tempo le sarà amica e confidente, proteggendola dalle accuse. Ma poi la sua gelosia e la sua aridità prenderanno il sopravvento.
Una capacità di introspezione psicologica magistrale!



"Serpenti e piercing", Hitomi Kanehara


Titolo: Serpenti e piercing        
Autore: Hitomi Kanehara
Editore: Fazi
Prezzo: 12
Pagine: 121

SinossiTrasformarsi in serpenti è possibile? Niente di più facile, basta inserirsi un piercing nella lingua, sostituirlo di volta in volta con uno di dimensioni sempre maggiori e, quando sulla punta non sarà rimasto che un filino di carne,intervenire con un taglio chirurgico (o casalingo) e il gioco è bell'e fatto. Una lingua biforcuta con le due estremità perfettamente mobili e indipendenti da sbattere in faccia al mondo che ci circonda. Romanzo d'esordio della appena ventenne Kanehara, il libro ha creato un terremoto nel panorama letterario del Sol Levante.

Diciamolo subito: anche senza leggerlo, sarei sopravvissuta ugualmente. Pubblico la recensione perchè, nonostante le pecche, la storia ha un suo perchè.

La protagonista diciottenne, senza lavoro, aspirazioni ( salvo quello di ricorrere allo split tongue, ossia la separazione della lingua in due tramite piercing) o obiettivi, stringe una relazione con il giovane punk Abe, il quale sotto tutti quei piercing e quelle creste rosse cova un cuore tenero e sinceramente innamorato. Un principe con le borchie, insomma.
La nostra eroina si prende una sbandata colossale per il suo tatuatore: che lungi da essere una persona normale, è violento, morboso e pericolosamente attratto dall'idea di uccidere.
Comincia così questa storia di amore, sesso violento e tatuaggi, a disegnare sui corpi creature mitiche e fantasiose.
La traduzione fa pietà, le scene di sesso sinceramente inutili. 
Cosa mi ha spinto a terminare la lettura?
Quel principe con le borchie è davvero una tra le più dolci figure che io abbia incontrato nelle ultime letture.
Sinceramente, però, non approvo e non appoggio il successo che quest'opera ha avuto...

Recommend a book... published in 2010


Buongiorno lettori!
Eccoci qui con un nuovo appuntamento della nostra rubrica Recommend a Book, avviata da Chick loves lit.
Per questo 'episodio' avevo il compito di scegliere un libro pubblicato nel 2010 e ammetto che è stata una faticaccia (per fortuna Francesca è venuta in mio soccorso!).
Spulciando quindi sulla mia libreria di anobii ho trovato il fortunato di oggi: "Le ho mai raccontato del vento del Nord" di Daniel Glattauer.

Un'email all'indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Come in una favola moderna, dopo aver superato l'impaccio iniziale, tra Emmi Rothner - 34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito - e Leo Leike - psicolinguista reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale - si instaura un'amicizia giocosa, segnata dalla complicità e da stoccate di ironia reciproca, e destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di travolgere entrambi. Romanzo d'amore epistolare dell'era Internet, il romanzo descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è, ma lo diventa virtualmente. Un rapporto di questo tipo potrà mai sopravvivere a un vero incontro? 

Ricordo che avevo divorato questo libro in meno di 24 ore. Non perchè sia un capolavoro della letteratura ma perchè questo romanzo epistolare al tempo delle mail mi aveva coinvolta tantissimo. E poi, diciamocelo... a chi di noi non piace sognare l'amore? E poi, quello nato per caso, che sembra proprio frutto del Destino, è ancora più stimolante per i veri romanticoni come me, e come credo, molti di voi là fuori. Sotto sotto, tutti sognamo di essere felici e innamorati e in questo romanzo traspare tra le righe questa voglia di vivere l'altro, ma al tempo stesso la paura di lasciarsi andare.
Emmi, la protagonista femminile, è una donna spigliata e giocosa, come si intuisce dal vortice di parole, suoni e rumori che mette in tutte le mail indirizzate a Leo, la controparte maschile della storia. E' coinvolta in una storia d'amore che le calza stretta e nel suo nuovo amico di tastiera intuisce una possibilità... ma non è così semplice!
Divertente, ironico, leggero... dategli una possibilità! ;)

lunedì 22 ottobre 2012

Inseguendo l'Amore - Nancy Mitford

Titolo: Inseguendo l'amore
Titolo originale: The Pursuit of Love
Autore: Nancy Mitford
Traduttore: L. corbetta
Editore: Giunti Astera Pocket
Pagine: 280
Data di pubblicazione: Febbraio 2008
ISBN: 9788809056572
Prezzo: 5.90 €

Sinossi:
Il primo romanzo di Nancy Mitford, in parte autobiografico, nel quale l'autrice ci offre un ritratto irriverente dei vizi e delle virtù della nobiltà inglese nella prima metà del nostro secolo: al centro della narrazione si trova la famiglia dei Radlett, signori di campagna dai gusti un po' eccentrici, presso i quali la nipote Fanny trascorre lunghi periodi della propria infanzia e adolescenza. Nei ricordi di Fanny ormai adulta spicca la cugina Linda, bella, passionale, sventata e coraggiosa: è proprio lei a "inseguire l'amore". La seconda guerra mondiale segna la fine di un'epoca, ma non appanna mai l'umorismo irresistibile e la frizzante ironia con cui le stravaganze dei Radlett meritano di essere raccontate.

Ho scoperto questo libro grazie a La sovrana lettrice di Alan Bennett, lo avevo cercato su internet e ne avevo letto la trama. Poi, non so bene per quale motivo, me ne ero scordata e non ci avevo pensato fino a che, un goirno, non ho letto la recensione su alcuni blog che seguo e mi sono messa alla ricerca del libro e l'ho acquistato.

In Inseguendo l'amore la voce narrante di Fanny ci presenta e ci insegna a conoscere la famiglia dei Radlett composta da uno zio autoritario e all'apparenza burbero, da una zia che manda avanti la casa con efficenza e dai loro figli più o meno irrequi.
In particolare Fanny ci parla della cugina Linda, vicina a lei per età e sogni giovanili, fortemente innamorata dell'amore. Non vede l'ora che arrivi l'anno del suo debutto in società per poter essere la protagonista di una storia d'amore romantica e unica tanto sognata da bambina. Peccato, però, che il suo sogno è destinata ad infragersi a causa della sua stessa irruenza: Linda, infatti, si getterà tra le braccia del primo giovanotto di bell'aspetto che le farà la corte e questa scelta si rivelerà un errore poiché i due hanno in comune davvero poco e Tony non racchiude in sé nessuna delle qualità che potrebbe rendere, se non felice, almeno sopportabile il loro matrimonio.
Nonostante tutto la giovane donna farà buon viso a cattivo gioco e porterà avanti per nove anni questa relazione fino a che non conoscerà Christian, giovane comunista passionale più innamorato della politica e del suo attivismo che della povera Linda. Ovviamente anche questa storia è destinata a naufragare miseramente, ma sarà proprio grazie alla fuga da questo fallimento che la donna si recherà a Parigi e conoscerà Fabrice, l'unico uomo che le farà provare, ricambiata, l'Amore con la a maiuscola.

Se è vero che il centro della narrazione è questa eccentrica cugina, è pur vero che intorno a lei ruotano altri personaggi coloriti e ben caratterizzati come Matthew, padre di Linda e zio di Fanny; Sadie, ripettivamente madre e zia dell'una e dell'altra; Davey, il marito di Emily, la zia che ha cesciuto Fanny. Tutti questi, seppur siano personaggi di sfondo, vengono delineati con maestria e creano un cammeo nitido che regala, a vivide pennellate, un quadro perfetto e preciso della società borghese inglese degli inizi del '900.  

Jane Austen Book Club - Karen Joy Fowler

Titolo: Jane Austen book club
Titolo originale: The Jane Austen Book Club
Autore: Karen Joy Fowler
Traduttore: A. Arduini
Editore: Neri Pozza
Pagine: 299
Data di pubblicazione: 01 Gennaio 2005
ISBN: 9788854500297
Prezzo: 16.00 €

Sinossi:
Jocelyn ha passato i cinquanta, ma non smette di partorire un'idea bizzarra dietro l'altra. Sylvia, la sua migliore amica - si conoscono da quando avevano entrambe undici anni - le ha appena confessato che, dopo trentadue anni di matrimonio, suo marito le ha chiesto il divorzio. Trentadue anni di gioie e soddisfazioni svaniti improvvisamente nel nulla, ha detto singhiozzando. E Jocelyn che cosa ha fatto? Ha avuto la stramba idea di fondare un club del libro, il Jane Austen Book Club, poiché, ha detto citando Kipling, "non c'è niente di meglio di Jane quando sei nei pasticci".

Chi mi conosce sa quanto io ami Jane Austen, quindi immaginate la mia gioia quando mio marito è tornato a casa con questo libro in regalo per me: avevo gli occhi a cuoricino il doppio del normale!
E sono durati così per circa una sessantina di pagine, poi tutto si è perduto...

Il libro inizia con Jocelyn che decide di aprire un club del libro dedicato a Jane Austen, la sua autrice preferita, principalmente per aiutare Sylvia, la sua migliore amica appena lasciata dal marito. Insieme a loro ci sono Allegra, figlia di Sylvia, Bernardette, eccentrica vecchietta, Proudie, un'insegnate di francesce un po' insipida e Grigg che non si capisce bene né cosa faccia nella vita (a parte leggere libri fantasy) né come sia arrivato al club.
Il libro è suddiviso in mesi, secondo le riunioni del club, e ogni capitolo ha come tema uno dei romanzi di Jane Austen e la storia personale di uno dei partecipanti. Peccato, però, che da un certo momento in poi della scrittrice e dei romanzi che sono alla base del libro si parli poco nulla e anche i personaggi vengano caratterizzati sempre meno: se all'inizio sappiamo tutto di Jocelyn e della sua vita presente e passata e di Allegra e delle sue preferenze sessuali, di Grigg, Sylvia, Proudie e Bernardette scopriamo poco o nulla se non quello che succede loro nei pochi episodi che vengono raccontati durante le riunioni.
Allo stesso modo nei primi capitoli si è inclini a pensare che sia quasi essenziale aver letto i libri della Austen per non far fatica durante la lettura di questo romanzo, tanto sono centrali nel discorso, per poi arrivare ad un certo punto in cui i libri diventano solo ed esclusivamente un contorno appena accennato.
In più la scrittura di questa autrice non è particolarmente accattivante e si fa fatica a trovare la voglia per perdersi dentro la storia raccontata.

Avevo davvero grandi aspettative per questo romanzo, non vedevo l'ora di leggerlo e di scoprire di cosa parlasse, peccato che tutte le mie aspettative siano andate disattese.
Un'idea molto carina e accattivante sfruttata nel peggiore dei modi e gestita davvero male.
Peccato!

giovedì 18 ottobre 2012

Non ti sposo! Laura Caterina Benedetti



Titolo: Non ti sposo!
Autore: Laura Caterina Benedetti

http://www.amazon.it/dp/B009MKTQNQ


Sinossi:  Olga Hart è una fotografa dal carattere allegro ed estroverso che lavora per una rivista di arredamento; un giorno, tornata nella casa di campagna della signora Fraser per finire un servizio fotografico, si scontra con il nipote di lei, Raymond, un uomo affascinante ma anche cinico e scontroso. Poco tempo dopo l'anziana donna muore lasciando un testamento a dir poco strabiliante: se suo nipote vuole ereditare la casa e tutto il resto dovrà sposarsi con Olga, e soprattutto non dovrà sognarsi di divorziare pensando che questa possa essere una scappatoia alla clausola. I due giovani si detestano e non possono sopportarsi, tuttavia vengono spinti a celebrare un matrimonio di convenienza che porterà vantaggi economici ad entrambi, in attesa che il legale dell'uomo trovi un cavillo per sciogliere l'indesiderata unione. La bizzarra coppia non sa però che, complici una movimentata luna di miele in Scozia e poi la convivenza forzata nella villa in campagna, il matrimonio voluto dalla simpatica vecchietta porterà a risultati inattesi e imprevedibili.

Sono molto, molto, MOLTO orgogliosa di presentarvi questa scrittrice esordiente.
Laura Caterina Benedetti e io ci siamo conosciute nel settembre 2005, all'Università di Torino, dove entrambe studiavamo Lettere.
E' una ragazza dai modi discreti e dalla voce pacata, molto precisa e ha sempre avuto la passione per la scrittura e per i libri. Ora finalmente è reperibile su amazon il suo romanzo, dal titolo "Non ti sposo".

La storia rientra nel genere "romance". Ho cominciato alla lettura con un misto di curiosità e sospetto: suonerò presuntuosa, ma non ho mai familiarizzato con questo genere letterario perchè ho sempre pensato che fosse un po' troppo stucchevole per i miei gusti. Mi venivano in mente copertine con signorine in crinolina avvinghiate a pirati, o cose del genere.
Affermazione che non farebbe per niente felice Jane Austen, illustre capostipite!
( e non farebbe felice neanche Liala....Ho letto valanghe dei suoi romanzi quando ero ragazzina, per non parlare dei Romanzi della Rosa, dei Delly!)
Poi ho fatto una ricerchina fra i blog e ho cominciato a leggere il romanzo.
E ho scoperto trattarsi sì di storia d'amore: ma che dietro ai personaggi non c'è solo zucchero.

La storia raccontata in "Non ti sposo!" è romantica, ma per niente stucchevole. Due sconosciuti che si trovano reciprocamente antipatici e finiscono per sposarsi, complice un testamento dettato da una zia con aspirazioni da Cupido. Ma non sono due firme su un documento a far di una coppia di sposi una coppia di innamorati... Olga è una pimpante fotografa tutt'altro che sprovveduta, mentre  Raymond rientra in quello che io definisco stile "Mr. Darcy": bello, affascinante, tenebroso...con una spruzzata di arroganza da uomo d'affari che, diciamocelo, non perdoneremo mai nel nostro vicino di casa ma che ci piace tanto nei  bei uomini.
E tra una convivenza partita sotto i peggiori auspici e una luna di miele molto suggestiva...
Laura ha svolto questa trama proprio bene, scrivendo una storia con tutti i toni del rosa ma che può piacere anche a chi, come me, solitamente si orienta verso altri generi;  ha curato i dettagli senza essere pedante, e condendo il tutto con un umorismo sottile che vivacizza la storia.
Personalmente, ho notato solo una pecca: ho fatto fatica ad inquadrare il contesto storico, fino a quando non si è parlato di "internet" e "posta elettronica" non ho avuto  ben chiara l'epoca in cui si svolge la storia.
Ho deciso poi di parlarne con Laura...E visto che sono taaanto curiosa... queste sono le domande che le ho rivolto, e le sue risposte :)

- E' il tuo secondo romanzo scritto, e il primo pubblicato: bel traguardo! Hai sempre desiderato scrivere?
*Fin da quand'ero piccola mi è sempre venuto spontaneo immaginarmi delle storie, modificando nella mia mente scene di cartoni e di film, ma anche di libri, e creando nuove situazioni. Alle medie ricordo di aver scritto una specie di storia poliziesca ispirata dai vari telefilm che guardavo, se rileggessi ora quella storia probabilmente mi farebbe ridere, ma d'altronde bisogna incominciare da qualche parte smile Al liceo ho iniziato a scrivere racconti un po' più complessi ma sempre brevi, e già allora il tema dell'amore, concreto o più onirico, compariva sempre. Quando frequentavo l'università, poi, ho avuto occasione di ascoltare una conversazione su una coppia divorziata: avevo già in mente una situazione di crisi da cui avrebbe dovuto iniziare una storia, ma era un'idea vaga. Qual giorno, però, colpita profondamente dal fatto di conoscere una delle persone coinvolte nel divorzio, ho cominciato a scrivere prendendo ispirazione da ciò che avevo sentito e adattandolo a personaggi "miei" che già mi si raffiguravano in mente: non sapevo quanto sarebbe venuta lunga la storia, e ne è uscito un romanzo (anche se fino ad allora ero sinceramente convinta che non sarei stata in grado di scrivere una cosa tanto lunga). Quello non l'ho ancora pubblicato, in compenso ho pubblicato questo "Non ti sposo!" che è il secondo che ho scritto.


- Il tuo romanzo si colloca all'interno del genere "romance": da un lato il genere è sempre in voga ed è uno dei capisaldi dell'editoria che non conosce crisi, dall'altro viene spesso considerato un settore meno importante rispetto al bestseller, al thriller, al giallo. Cosa ne pensi di questo paradosso?
*Su questo posso darti una mia opinione che si fonda solo su un ragionamento, non sulla lettura di dati di vendita o altro, quindi è tutto "secondo me": di solito è tipicamente femminile sognare l'Amore con l'A maiuscola, adesso come cento anni fa, e l'idea di trovare un uomo che sia il più possibile come lo desideriamo è sempre viva nel cuore della maggior parte delle donne. Per questo tanto pubblico femminile tende, oltre a leggere altri generi, anche a buttarsi a capofitto in libri che fanno sognare quell'Amore (che poi può essere casto o più sensuale a seconda dei gusti delle lettrici o di chi scrive). Può essere che coloro che denigrano il genere rosa abbiano un pregiudizio, pensando che siano storielle sciocche e scritte male, o che abbiano un contenuto scadente: secondo me il rosa è un genere che sta al pari degli altri, e come tutti gli altri generi avrà al suo interno libri più belli o meno belli, ed è un genere che sicuramente può far contente quasi tutte le lettrici viste gli innumerevoli rami in cui si sviluppa così che ognuna possa scegliere ciò che preferisce (storico, moderno, casto, erotico, paranormale, etc...).

- Durante il periodo dedicato alla scrittura di questa storia, che cosa ti ha colpito, attratto, ispirato? Film, canzoni, romanzi, notizie date dal telegiornale, cibi, eventi? Nel porti questa domanda penso ad una delle mie scrittrici preferite ( Banana Yoshimoto), che conclude spesso i suoi romanzi con una postfazione, in cui racconta cosa sta mangiando, o ascoltando, mentre pone l'ultimo punto fermo.
*Questa è una bella domanda, perché ogni volta che scrivo un romanzo c'è tutto un universo di emozioni da raccontare! smile Ho scritto questo tra la primavera e l'estate del 2010, negli stessi mesi in cui iniziavo a raccogliere idee e consultare il prof. per la tesi di laurea. E' stato anche il periodo in cui mia nonna è morta: questo è successo quando stavo per finire il libro, e associo sempre la scena del giardinetto al tramonto (non dico altro per non fare spoiler) ai giorni successivi alla sua morte - un'idea triste e malinconica, però ho comunque approfittato di quelle forti emozioni per scrivere le scene finali e dedicarglielo idealmente. L'idea per i personaggi, invece, è nata in omaggio a Sandra e Raimondo Vianello: ricordo una scena del loro spettacolo in cui Raimondo faceva l'orso e parlava con un po' di disprezzo dell'amore... in contrasto con ciò che lui e la moglie erano nella realtà, e quella figura così bella di persona mi ha ispirato il mio personaggio, a cui ho dato il nome di Raymond proprio in omaggio a R.V. Di quella coppia mi ha colpito tantissimo il fatto che sono stati insieme sempre, nonostante le difficoltà, in un mondo in cui tante coppie si separano, e anche nel mio racconto cerco di parlare di un amore che possa durare una vita intera. L'ultima cosa che cito è una canzone: "Now or Never" di Josh Groban. Di solito quando scrivo ascolto delle canzoni che mi aiutano a "entrare" nell'atmosfera di quella storia particolare, e per buona parte di "Non ti sposo!", specie negli ultimi capitoli, questa è stata la canzone che mi ha accompagnato. Anche la stagione del romanzo (che comincia in estate) l'ho scelta proprio perché l'ho cominciato a scrivere a fine maggio, quindi vicino all'estate.

- Che emozione si prova ad immaginare persone sconosciute leggere il proprio romanzo?
*Una bellissima emozione! E' bello pensare che, finalmente, sono riuscita a togliere il mio romanzo "dal cassetto" per far sì che chiunque possa leggerlo. Questo romanzo in particolare lo aveva letto solo mia mamma, quindi prima di pubblicarlo non avevo raccolto complimenti o critiche da perfetti estranei o comunque lettori imparziali. Spero adesso di ricevere qualche altro commento da coloro che l'hanno acquistato - finora mi è arrivata solo una critica molto severa, perciò mi piacerebbe tanto sapere se tutti coloro che hanno comprato (e spero, letto) il mio romanzo, la pensano come la signora che mi ha commentato o hanno un'altra opinione. Alla fine del racconto, nei ringraziamenti, esorto i lettori a lasciarmi i loro commenti perché ci tengo, siano belli o brutti, entusiastici o delusi! Sulla pagina di vendita del mio libro ho anche aperto una "discussione" perché è l'unico modo di rispondere a chiunque venga a commentare lì sul sito, e tengo a dire che vorrei sempre rispondere a tutti!

Laura Caterina Benedetti è nata nel 1986 e vive vicino a Torino. Si è laureata in Lettere con una tesi sui videogiochi (altra sua passione) e le loro connessioni con la Storia delle Religioni. Fin da piccola ha sempre amato la lettura, al liceo ha iniziato con brevi racconti pensando che non sarebbe mai stata in grado di scrivere romanzi... poi un giorno ha cominciato una storia senza sapere quanto sarebbe stata lunga, ed è venuto fuori un romanzo! Tra le sue letture preferite compaiono i vecchi Salani (quelli degli anni '30) e i libri di "cappa e spada". "Non ti sposo!" è il secondo romanzo di Laura, nonostante sia il primo che ha pubblicato.

http://myartisticplace.wix.com/lauracaterinabenedetti