Ultimamente sto facendo tanta fatica a ritagliarmi degli spazi per leggere e dopo averci messo quasi un mese (il mio record assoluto!) per leggere un libro, sono arrivata alla conclusione che non posso forzarmi a leggere libri che trascino a fatica.
E così, sono qui a condividere con voi dei pensieri un po' cupi che mi assalgono (sarà anche questa brutta e cattiva pioggia?) riguardo a un paio di letture intraprese recentemente.
Dopo aver impiegato un'eternità per leggere "Il Simbolo Perduto" di Dan Brown, tutto ciò che la mia mente-quasi-bacata ha appreso dal romanzo è che il modo di dire "fare il terzo grado", deriva da particolari rituali di origine massonica. Per il resto, ho già dimenticato tutto! Ma dov'è finito il Dan Brown che mi piaceva tanto?
Come ha fatto a scrivere sta palla di piombo incatenata al piede? :(
Tristezza a valanghe e delusione cocente!
Robert Langdon è diventato un bambolotto senza un briciolo di iniziativa e personalità, gli altri protagonisti sembrano tutti sull'orlo di una crisi di nervi. La suspence mi ha fatto addormentare nei punti salienti e le pagine erano una ripetizione unica di concetti, parole, aggettivi, verbi. "Massoni....bla bla...società segreta... bla bla. Crisi mondiale!"
E io lì, che cercavo di sopravvivere alle 600 pagine, senza cedere alla tentazione di fabbricare tante zzzzZzzzZzzzZzzz, detto alla Jonathan Safran Foer - per ricollegarci al pensiero cupo che tra poco vi espongo.
Dan, per favore... che il prossimo sia un po' più leggibile!
Pensiero cupo numero due: perchè non riesco a leggere "Ogni cosa è illuminata" del sopracitato J.S. Foer?
Jonathan, un giovane ebreo statunitense, si reca in Ucraina alla ricerca
di Augustine, la donna che salvò la vita a suo nonno durante le
deportazioni naziste. Armato di una fotografia che ritrae suo nonno e
Augustine, Jonathan inizia così la sua ricerca della città fantasma di
Trachimbrod, lo shtetl dove suo nonno viveva all'epoca, distrutto dai
nazisti durante la guerra e perciò scomparso dalle mappe. Nel suo
viaggio è accompagnato da una guida locale, Aleksandr (Alex), con il
quale stringerà presto amicizia, e dallo strambo nonno di Alex, che
dichiara continuamente di essere cieco (ma in realtà ci vede benissimo),
e quindi si fa condurre dal proprio cagnolino, Sammy Davis Junior
Junior.
Ci ho provato due volte, e ognuna è fallita. Ho apprezzato veramente moltissimo "Molto forte, incredibilmente vicino", ma al contrario con "Ogni cosa è illuminata" non c'è proprio feeling. Forse sono io che sono troppo limitata di vedute per leggerlo in questo momento, ma lo trovo poco scorrevole. Non tanto per la parte dell'avventura di Jonathan, Alex e il nonno, quanto per la parte che riguarda Trachimbrod. Quindi, se qualcuno di voi l'ha letto.. potrebbe illuminarmi? :)
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domenica 21 aprile 2013
giovedì 20 settembre 2012
Dal libro al film: Molto forte, incredibilmente vicino
Ed eccoci con un nuovo appuntamento della nostra rubrica "Dal libro al film".
Questa volta abbiamo deciso di parlare di "Molto forte, incredibilmente vicino", secondo romanzo di Jonathan Safran Foer, da cui è stato tratto l'omonimo film diretto da Stephen Daldry, che vede protagonisti i premi Oscar, Sandra Bullock e Tom Hanks nel ruolo dei genitori di Oskar, interpretato dal giovane Thomas Horn. Nel cast figura anche la candidata all'Oscar per The Help, Viola Davis.
Protagonista assoluto del romanzo è Oskar Schell, bambino di nove anni che conduce il lettore in un folle viaggio per le vie di New York. Sì, Oskar ha una missione per cui non si fermerà mai: deve scoprire cosa apre una chiave trovata per caso nell'armadio del papà, scomparso tragicamente l'11 settembre 2001.
Il libro è particolare e intenso: alla narrazione delle avventure di Oskar, viene alternata al racconto della vita dei nonni, originari di Dresda, che hanno assistito al bombardamento della città e cercano ancora di rimettere insieme i pezzi delle loro vite.
Pian piano, ogni tassello raggiunge il posto del puzzle: riuscirà Oskar a trovare la strada per la felicità?
Devo dire che la resa cinematografica è stata abbastanza mirata, ma ovviamente non riesce a rendere quanto il romanzo, che è un'esperienza assolutamente unica nell'universo della lettura.
Foer riesce a mostrarci tutto dal punto di vista di Oskar, anche grazie a degli inserti fotografici di ogni avventura del piccolo. Lo stile è estramemente flessibile e si adegua a ogni personaggio, situazione, dialogo. Nulla è lasciato al caso.
Il film cura tantissimo i dettagli e ci sono alcune scene che bucano lo schermo e arrivano dritte al cuore.
L'attinenza alla trama c'è e si sente, visto che vengono ripresi proprio dei dialoghi direttamente dal libro.
Non voglio svelarvi altri particolari, ma una cosa è certa: prima leggete il romanzo, e poi guardate il film. Sarebbe un peccato perdersi il gusto dell'effetto sorpresa!
Questa volta abbiamo deciso di parlare di "Molto forte, incredibilmente vicino", secondo romanzo di Jonathan Safran Foer, da cui è stato tratto l'omonimo film diretto da Stephen Daldry, che vede protagonisti i premi Oscar, Sandra Bullock e Tom Hanks nel ruolo dei genitori di Oskar, interpretato dal giovane Thomas Horn. Nel cast figura anche la candidata all'Oscar per The Help, Viola Davis.
Protagonista assoluto del romanzo è Oskar Schell, bambino di nove anni che conduce il lettore in un folle viaggio per le vie di New York. Sì, Oskar ha una missione per cui non si fermerà mai: deve scoprire cosa apre una chiave trovata per caso nell'armadio del papà, scomparso tragicamente l'11 settembre 2001.
Il libro è particolare e intenso: alla narrazione delle avventure di Oskar, viene alternata al racconto della vita dei nonni, originari di Dresda, che hanno assistito al bombardamento della città e cercano ancora di rimettere insieme i pezzi delle loro vite.
Pian piano, ogni tassello raggiunge il posto del puzzle: riuscirà Oskar a trovare la strada per la felicità?
Devo dire che la resa cinematografica è stata abbastanza mirata, ma ovviamente non riesce a rendere quanto il romanzo, che è un'esperienza assolutamente unica nell'universo della lettura.
Foer riesce a mostrarci tutto dal punto di vista di Oskar, anche grazie a degli inserti fotografici di ogni avventura del piccolo. Lo stile è estramemente flessibile e si adegua a ogni personaggio, situazione, dialogo. Nulla è lasciato al caso.
Il film cura tantissimo i dettagli e ci sono alcune scene che bucano lo schermo e arrivano dritte al cuore.
L'attinenza alla trama c'è e si sente, visto che vengono ripresi proprio dei dialoghi direttamente dal libro.
Non voglio svelarvi altri particolari, ma una cosa è certa: prima leggete il romanzo, e poi guardate il film. Sarebbe un peccato perdersi il gusto dell'effetto sorpresa!
martedì 11 settembre 2012
09/11
Molto forte, incredibilmente vicino - Jonathan Safran Foer
09/11. We will never forget.
Lo so, non è propriamente un post a tema libroso, citazione di Foer a parte, ma oggi è l'11 settembre, un giorno tristemente ricordato per aver cambiato la vita di molte persone. Io personalmente credo che l'11 settembre 2001 abbia segnato la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra.
Questa primavera sono stata a New York e vedere che, dopo undici anni, le cose successe quel giorno sono ancora vive nella memoria di ognuno come se fosse successo ieri, mi ha fatto capire ancora di più la dimensione di ciò che è stato.
Ancora una volta rivolgo un pensiero a tutte le persone che quel giorno hanno perso la vita e spero che ciò che è stato non sarà mai più.
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