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mercoledì 8 maggio 2013

Recensioni in pillole, perché ne ho accumulati un po' troppi.

Titolo: Borgo Propizio
Autore: Loredana Limone
Editore: Guanda
Pagine: 280
Data di pubblicazione: 09 Maggio 2012
ISBN: 9788860886576
Prezzo: 16.50 €

Sinossi:

Tutto ruota attorno a una latteria, che la giovane Belinda vuole aprire nel centro di un delizioso paesino medievale. Certo, il paesino più che delizioso sembra sonnolento, a causa di una giunta comunale poco attiva; certo, nel negozio che Belinda sta ristrutturando si dice aleggi la presenza di un fantasma. Ma la ragazza vuol cambiar vita a tutti i costi, per superare il divorzio dei suoi, per riprendersi da una delusione amorosa, per rompere con tanti legami. La circonda una folla di personaggi divertenti e scombinati, sinceri e misteriosi... come la vita.

Avevo finito di leggere Middlesex e mi serviva una lettura leggera e poco complicata per rilassare un po' la mente, così mi è venuta in aiuta Sonia che mi ha consigliato di leggere Borgo Propizio. Ammetto di aver storto un pochino il naso perché avevo sentito parlare di questo romanzo, ma non è che mi ispirasse più di tanto e lo avevo degnato di poca considerazione. In ogni caso ho accettato la proposta pensado che, al massimo, lo avrei stroncato oppure abbandonato.
E invece mi sono dovuta ricredere.
Loredana Limone ci racconta una favola non del c'era una volta, ma del c'è una volta perché quello che accade a Borgo Propizio e ai suoi abitanti è quello che accade tutti i giorni nella vita di ognuno di noi.
Ci sono le pettegole sempre dalla finestra ad osservare ogni movimento, pronte ad attaccarsi al telefono per chiamare l'amica di chiacchiere e raccontarle di aver appena visto Mariolina salire sulla macchina di un uomo; c'è Marietta che, a casa, aspetta preoccupata l'arrivo della sorella che è sempre così puntuale e che di solito chiama quando fa tardi; c'è Belinda che ama il latte a tal punto da volerne fare la sua fonte di sostentamento perché è stanca di lavorare in ufficio dove tutti sono contro tutti e aspettano solo il momento buono per farti le scarpe; e poi ci sono Cesare e Claudia che si amano da tutta la vita ma hanno momentaneamente perso la bussola e devo cercare, con un piccolo aiuto, di ritrovarla.
Dicevo poc'anzi che ero scettica perché pensavo di avere tra le mani una storia un po' inconsistente, una favola tutta "cuore, sole, amore" che, per carità, è tanto bella, ma anche tanto utopica. E, invece, la Limone scrive il suo c'è una volta con tanto di lieto fine e non perde mai di vista realtà che sta nelle piccole cose, che è fatta sì di batticuore, ma anche di scontri e discussioni con la persona amata, di baci e abbracci e di nuove scaramucce.
Un romanzo molto molto carino che si legge in un soffio e ci strappa più di un sorriso. Tutto questo permettendoci di mantenere i piedi sempre ben saldi a terra.

Titolo: La pazienza dei bufali sotto la pioggia
Titolo originale: La patience des buffles sous la pluie
Autore: David Thomas
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 173
Data di pubblicazione: 20 Marzo 2013
ISBN: 9788871686585
Prezzo: 13.00 €

Sinossi:
Questo libro racconta molte storie in poche righe, perfette per i viaggi in autobus, aspettando un amico, la mattina bevendo il caffè. Sono storie che per magia si espandono, escono dalla pagina, chiamano proprio te. Donne e uomini assai diversi si fanno avanti uno per uno. Con energia e onestà assoluta, proclamano una speranza, una vergogna, un desiderio, un dolore. Quando sembrano rimproverarti qualcosa, dici no, non sei tu, tu non ti comporti così. Non sei la donna che ha venti uomini all'attivo e ha già adocchiato il ventunesimo, o quella che la notte si abbarbica al suo uomo come a un salvagente, non sei lo scrittore che abbindola le donne con una montagna di balle, l'uomo che non ha ancora trovato un modo dignitoso per infilarsi le mutande. Quando ti confidano di avere idee fisse che ronzano in testa senza mai dare tregua, o di scoppiare di gioia perché finalmente sono rimasti soli, o di non poterne più di essere buffi, ti fanno davvero simpatia. Questi scorci di vita, queste confessioni pulsanti, colgono alla perfezione un certo aspetto di un collega, di tua madre, del vicino. Intanto ti accorgi che il cerchio si stringe. Ti aspetta una storia che c'entra molto con te.

E' da quando ho finito di leggere questa raccolta di racconti che penso a come recensirla, perché mi trovo un po' in difficlotà. Non che non valga la pena di leggerla, anzi. E' proprio perché in poche parole, poche pagine queste storie raccontate da Thomas riescono a trasmettere un sacco di emozioni e ti portano a riflettere molto e molto a fondo.
Mi trovo in difficoltà perché so che non tutti amano leggere i racconti e io vorrei che anche chi di solito non li apprezza, provasse a leggere questo libro, perché è davvero incredibile ciò che l'autore riesce a raccontare usando così poco spazio su una pagina.
Siccome io con le mie parole non sono sicura di riuscire a convincervi, vi lascio due dei racconti contenuti in questa raccolta, due dei tanti che mi hanno colpita più di altri.









mercoledì 2 gennaio 2013

Recensioni in pillole post bagordi natalizi

Buon anno a tutti, spero che il vostro primo giorno dell'anno sia stato scintillante!

Eccomi qui con le prime due recensioni del 2013, dopo questo splendido Natale 2012... ma perchè le cose belle passano in un baleno?
Comunque, passando al sodo, oggi vi racconto dei miei regali librosi, già letti e divorati in un sol boccone. ;)

Titolo: Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
Autore:  Luis Sepúlveda
Traduttore: Ilide Carmignani
Editore:  Guanda
Pagine: 86
Data di pubblicazione:  Novembre 2012
ISBN: 9788823503335
Sinossi:  Monaco. Max è cresciuto insieme al suo gatto Mix. È un legame profondo, quasi simbiotico. Max, raggiunta l'indipendenza dalla casa paterna, va a vivere da solo, portandosi dietro l'amato gatto. Il suo lavoro, purtroppo, lo porta spesso fuori casa e Mix, che sta invecchiando e sta perdendo la vista, è costretto a passare lunghe giornate in solitudine. Ma un giorno sente provenire dei rumori dalla dispensa di casa e intuisce che lì si nasconde un topo... Un'altra grande storia di amicizia nella differenza, questa è la magia di Luis Sepúlveda. 

Una bellissima storia che mi ha riportato agli anni della mia infanzia, quando stringevo tra le mani "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare". Questo racconto è una perla con cui l'autore trascina il lettore in universo magico, all'insegna dell'amicizia e della semplicità. Valore aggiunto, l'impossibilità di esimersi dalla lacrima finale!

Titolo: Il mercante di libri maledetti
Autore: Marcello Simoni
Editore: Newton Compton
Pagine: 351
Data di pubblicazione:  Settembre 2011
ISBN: 9788854131941
Sinossi:
È il mercoledì delle ceneri dell’anno 1205 quando padre Vivïen de Narbonne è costretto a fuggire, braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede qualcosa di molto prezioso, che non è disposto a cedere ai suoi inseguitori.
Sono passati tredici anni da quel terribile giorno, quando Ignazio da Toledo, un mercante di reliquie, riceve da un nobile veneziano l’incarico di mettersi sulle tracce di un libro rarissimo, l’Uter Ventorum. Si dice che contenga antichi precetti della cultura talismanica orientale, e permetta di evocare gli angeli e la loro divina sapienza. Inizia così l’avventuroso viaggio di Ignazio tra Italia, Francia e Spagna, sulle tracce di un manoscritto che qualcuno pare abbia smembrato in quattro parti e accuratamente nascosto. Solo chi è in grado di risolvere complicati enigmi, e di decifrare strani messaggi disseminati nel percorso che conduce al libro, potrà trovarlo e accedere ai suoi segreti. Ma Ignazio non è l’unico a volerlo. Ci sono personaggi loschi e ambigui che intendono entrarne in possesso, anche con l’inganno e con la forza. Chi riuscirà per primo a scoprire dove si trova? E cosa saranno pronti a rischiare, tutti coloro che lo inseguono, per svelare per primi i suoi arcani misteri? 


Sono partita abbastanza carica di aspettative e ho dovuto subito ridimensionarmi. Perchè dopo poche pagine ho capito che la copertina era un miserabile inganno (che novità!) e che in realtà mi trovavo di fronte a un'emulazione di svariati libri che per altro ho letto. In pieno stile "La cattedrale del Mare, "Il codice Da Vinci" - ah e per inciso non è assolutamente paragonabile a "I pilastri della Terra" -, la narrazione prosegue a stenti, in uno stile che non saprei come definire se non strano e finto ricercato, con ripetizioni qua e là che però accadono troppo frequentemente. La trama di per sè sarebbe carina, se non fosse poi in fondo banale e prevedibile. Ho apprezzato molto i riferimenti storici e l'ambientazione, poco i personaggi a parte il francese Willalme, che è il miglior costruito e raccontato, tanto da oscurare a volte la figura principale, cioè il mercante Ignazio.  Arcani misteri? Bah... così è, se vi pare.
Tre stelline le merita, un bel passatempo, ma nulla di più.

venerdì 28 dicembre 2012

Recensioni in pillole: tre libri in un solo post

Lo so, avevo detto che nelle vacanze mi sarei impegnata a non usare più le recensioni in pillole ma, che ci crediate o no, ho più da fare in questi quindici giorni di ferie che quando lavoro!
Ovviamente il da fare ferioso è piacevole e mi lascia comunque un sacco di tempo per poter leggere, tant'è che ho bruciato tre libri in quattro giorni e solo perché di mezzo c'era il Natale :D
Ecco a voi le mie letture:

Titolo: Yeats è morto!
Titolo originale: Yeats is dead!
Autore:  AA.VV.
Traduttore: S. Bertola
Editore:  Guanda
Pagine: 263
Data di pubblicazione:  01 Gennaio 2006
ISBN: 9788882469139
Prezzo: 8.00 €

Sinossi:
La storia inizia con un morto, due poliziotti corrotti e la signora Bloom. Ma non 'quella' signora Bloom, di joyciana memoria. Anche se Joyce, l'onnipresente mentore della letteratura irlandese, è comunque al centro dell'intrigo che vede le vittime a caccia del manoscritto del suo ultimo romanzo, scritto tutto con formule e simboli matematici. Il primo capitolo porta la firma di Doyle e l'ultimo di McCourt: a loro si uniscono altri tredici tra i più rinomati scrittori irlandesi. Il risultato è un giallo 'sui generis'. I proventi di questo volume sono devoluti per volontà degli autori a favore di Amnesty International.

Questo romanzo è stato scritto da quindici autori irlandes che, guidati da Joseph O'Connor, hanno scritto un capitolo a testa. E' così nato un giallo inconsueto e sui generis la cui particolarità sta nel fatto che la storia non è prestabilita e l'autore a cui viene passato il testimone, si agganciava ai capitoli precedenti e aggiunge la sua parte così, come più gli piace. E un po' si sente che manca un filo conduttore predeterminato, perché, seppur non ci siano discrepanze nella storia, alcuni capitoli contengono elementi che, secondo me, non ci sarebbero stati se l'autore fosse stato uno o se almeno fosse stata stabilita in anticipo la storia.
Nonostante questo, il libro si legge molto bene, la storia è coinvolgente anche se strampalata e l'idea di un romanzo scritto da diversi autori in questo modo è semplicemente un lampo di genio.


Titolo: Zia Antonia sapeva di menta
Autore:  Andrea Vitali
Editore:  Garzanti
Pagine: 147
Data di pubblicazione:  16 Novembre 2011
ISBN: 9788811683919
Prezzo: 13.90 €

Sinossi:
"Aglio, cipolle, rape, ravanelli e porri sono verdure indigeste che non diamo mai agli ospiti della casa!" Suor Speranza ne è sicura: nel minestrone che ha distribuito ai pazienti della Casa di Riposo di Bellano l'aglio non l'ha fatto mettere di sicuro. Allora come mai Ernesto Cervicati, entrando nella stanza di zia Antonia, ha sentito quell'odore, invece dell'aroma inconfondibile e fresco della menta? Ernesto conosce bene il rassicurante profumo delle mentine di cui è golosa la sua anziana parente. Certo meglio di suo fratello Antonio, che della zia non ha mai voluto saperne: gli interessava molto di più Augusta Peretti, una trentacinquenne ossigenata e vogliosa, nonché figlia di salumiere. Ernesto invece aveva accolto zia Antonia in casa sua e l'aveva accudita per tre anni, finché lei, un po' per non gravare troppo sul nipote, un po' per pudore, aveva deciso di trasferirsi all'ospizio. Quel sorprendente odore d'aglio è un piccolo enigma. Forse è l'indizio di qualcosa di più grave. A indagare, oltre a Ernesto e all'energica suor Speranza, si ritrova anche il dottor Fastelli, medico dal carattere gioviale ma di grande sensibilità. Intorno a questo profumato mistero, Andrea Vitali costruisce un romanzo carico di tenerezza, una di quelle storie che, come zia Antonia, ti accarezzano in un fresco abbraccio. Per poi regalarti, alla fine, una sorpresa.

Ho scoperto Andrea Vitali per caso, un pomeriggio della scorsa primavera, quando sono andata in biblioteca e mi sono fatta consigliare dalla bibliotecaria qualcosa da leggere perché ero in piena crisi di lettura.
Se non ricordo male mi aveva dato sette libri in tutto e cinque di questi era prorpio di Andrea Vitali. E' difficile che io legga di seguito tanti romanzi così di uno stesso autore, ma quella volta ho dovuto fare di necessità virtù e mi sono ritrovata a leggere quei cinque romanzi praticamente uno dietro l'altro. Questo non mi ha fatto amare meno i suoi libri, anche se alcuni li ho apprezzati di più, altri di meno, ma mi ha portata a tenermi lontana da questo autore fino ad oggi.
Zia Antonia sapeva di menta me lo ha consigliato Alessia e la ringrazio molto per questo perché mi ha dato la possibilità di leggere una storia molto piacevole, divertente e leggera, che scorre veloce, ti coinvolge e ti porta ad amare alcuni personaggi e a provare antipatia per altri.
Un grande merito di Vitali è quello di saper indagare molto bene l'animo umano e le dinamiche che si creano in piccoli paesi di provincia in cui le anime sono talmente poche che ci si consoce tutti; e le situazioni che delinea e descrive nei suoi romanzi sono esattamente quelle che si posso trovare in qualsiasi piccolo paesino.
Se non avete mai letto nulla di suo ve lo consiglio perché passerete ore spensierate in compagnia dei suoi amati bellanesi.


Titolo: La pioggia prima che cada
Titolo originale: The Rain Before it Falls
Autore:  Jonathan Coe
Traduttore: D. Vezzoli
Editore:  La Feltrinelli
Pagine: 222
Data di pubblicazione:  08 Aprile 2009
ISBN: 9788807721076
Prezzo: 7.50 €

Sinossi:
La Zia Rosamond non è più. E morta nella sua casa nello Shropshire, dove viveva sola, dopo l'abbandono di Rebecca e la morte di Ruth, la pittrice che è stata la sua ultima compagna. A trovare il cadavere è stato il suo medico. Aveva settantatré anni ed era malata di cuore, ma non aveva mai voluto farsi fare un bypass. Quando è morta, stava ascoltando un disco - canti dell'Auvergne - e aveva un microfono in mano. Sul tavolo c'era un album di fotografie. Evidentemente, la povera Rosamond stava guardando delle foto e registrando delle cassette. Non solo. Stava anche bevendo del buon whisky, ma... Accidenti, e quel flacone vuoto di Diazepam? Non sarà stato per caso un suicidio? La sorpresa viene dal testamento. Zia Rosamond ha diviso il suo patrimonio in tre parti: un terzo a Gill, la sua nipote preferita; un terzo a David, il fratello di Gill; e un terzo a Imogen. Gill e David fanno un po' fatica a capire chi sia questa Imogen, perché prima sembra loro di non conoscerla, poi ricordano di averla vista solo una volta nel 1983, alla festa per il cinquantesimo compleanno di Rosamond. Imogen era quella deliziosa bimba bionda venuta con gli altri a festeggiare la padrona di casa. Sembrava che avesse qualcosa di strano. Sì, era cieca. Occorre dunque ritrovare Imogen per informarla della fortuna che le è toccata. Ma per quanti sforzi si facciano, Imogen non si trova. E allora non resta - come indicato dalla stessa Rosamond in un biglietto - che ascoltare le cassette incise dalla donna...

Come sa chi segue questo blog da qualche tempo, il mio primo incontro con Coe non è stato dei migliori. Tempo fa, infatti, ho letto I terribili segreti di Maxwell Sim e non mi aveva per nulla entusiasmata, anzi, avevo fatto molta fatica a portarlo alla fine e a farmi venire voglia di leggerlo. Ne avevo parlato con Sonia (sì, lo so, sempre lei. E' una persecuzione!) e mi aveva detto che lei adora questo autore, ne ha letto tutti i libri e mi aveva chiesto di riprovare garantendomi che me ne sarei innamorata. Siccome era parecchio che volevo leggere questo libro, le dissi che gli avrei dato un'altra chance con La pioggia prima che cada e ora dico meno male che c'è Sonia altrimenti non avrei mai letto questo romanzo magnifico!
Quando Rosamond muore lascia alla nipote Gill il compito di trovare Imogen e informarla della sua parte di eredità che è formata, tra le oltre cose, da una raccolta di cassette che Gill trova a casa della defunta. Siccome Imogen non si riesce a trovare, la nipote, insieme alle figlie, comincia ad ascoltare le audiocassette e tutte e tre vengono catapultate in un passato che appartiene loro ma di cui non erano a conoscenza.
Con grande abilità Coe ricostruisce la storia di un famiglia passando attraverso gli anni della guerra, i ruggenti anni '60 e i tempi più moderni, una storia che è composta dai ricordi di un'anziana signora che l'ha vissuta in prima persona e da venti fotografie che accompagnano le sue rimembranze. Il tutto narrato con delicatezza e poesia sublimi.
Un romanzo perfetto e bellissimo che vi consiglio assolutamente di leggere.

domenica 23 dicembre 2012

Recensioni in pillole, ovvero quando si legge tanto ma non si ha tempo per recensire

Io speravo che con l'arrivo del freddo e della neve, avrei avuto un po' più di tempo da dedicare alle recensioni, invece sembra proprio che niente fermi impresari, costruttori ed architetti (e meno male!).
Ciarle inutili a parte, questa premessa per dirvi che anche oggi recensisco in pillole tre libri insieme.

Titolo: Il Vangelo secondo Biff
Titolo originale: Lamb: The Gospel According to Biff, Christ's Childhood Pal
Autore:  Christofer Moore
Editore:  Lit Libri In Tasca
Pagine: 574
Data di pubblicazione:  26 Ottobre 2010
ISBN: 9788865830017
Prezzo: 12.90 €

Sinossi
Tutti sanno come è nato e come è morto Gesù. La stella cometa, la mangiatoia, i Re Magi; e poi la passione, la crocifissione. Ma che cosa ha combinato dall'infanzia ai trent'anni? Su richiesta del Messia, a duemila anni dalla sua morte, un angelo fa resuscitare il suo migliore amico, Levi detto Biff, a cui spetta il compito di scrivere un nuovo Vangelo che racconti finalmente la vera storia di Gesù di Nazaret. E quella di Biff è un'epopea ricca di miracoli, viaggi, scoperte, per non parlare di demoni, morti viventi, kung fu, folli monaci tibetani e pupe da sballo. Forse nemmeno l'astuzia e la devozione del migliore amico riusciranno a risparmiare al Salvatore il suo tragico destino, ma Biff non permetterà che si sacrifichi e ascenda al cielo senza aver lottato per impedirlo!

Se si cerca questo libro su aNobii, Goodreads o Amazon si leggeranno opinioni decisamente diverse e contrastanti perché un romanzo come questo o lo si odia o lo si ama. Io, invece, mi colloco esattamente a metà, ma andiamo con ordine.
Il Vangelo secondo Biff è talmente famoso che riassumervene la trama non credo serva a molto, ma così bisogna fare: Levi detto Biff, il migliore amico di Gesù, viene riportato in vita perché possa scrivere il suo Vangelo, la sua sua versione dei fatti circa la vita del suo amico d'infanzia  e lo fa a modo suo senza peli sulla lunga, con ironia e volgarità mischiate insieme.
Come vi dicevo io non l'ho né adorato né odiato, mi ha lasciata abbastanza indifferente perché se inizialmente ho riso come una matta ed ho trovato estremamente geniale il tutto, da un certo momento momento in avanti era poi sempre la stessa solfa e l'ironia ha perso il suo fascino. Ciò non toglie che sia un libro che si legge bene e in fretta nonostante la lunghezza e tanto di cappello a Moore per l'idea che ha avuto di scrivere questo romanzo.

Titolo: Possessione. Una storia romantica
Titolo originale: Possession. A Romance
Autore:  Antonia S. Byatt
Editore:  Einaudi
Pagine: 509
Data di pubblicazione:  01 Gennaio 1994
ISBN: 9788806136154
Prezzo: 11.00 €

Sinossi:
Roland Mitchell scopre in un libro appartenuto al poeta vittoriano RandolphHenry Ash due minute di una lettera indirizzata a una donna. Il tono dellalettera lascia trapelare un amore insospettato. Roland scopre l'identitàdella donna, una poetessa e coinvolge nelle sue ricerche la collega MaudBailey. Roland e Maud ripercorrono i passi della donna e dell'uomo vissutiun secolo prima ricostruendo una vicenda che ben presto diventa la loro."Possessione" ha vinto il Booker Prize, premio assegnato ogni anno al migliorromanzo britannico.

Taaanti anni fa ho visto il film tratto da questo romanzo e me ne sono innamorata. Pochi anni fa ho scoperto che quel film, appunto, era stato tratto da un romanzo e ovviamente ho subito pensato che quel romanzo doveva essere mio. Il caso ha voluto che riuscissi ad averlo tramite uno scambio su aNobii ma, non so perché, non lo lessi subito e il risultato è stato che questo libro è rimasto a prendere polvere sugli scaffali della mia libreria finché, qualche domenica fa, non ho fatto un po' di ordine ed è saltato fuori.
Nonostante il titolo questo romanzo è fantastico, non è per nulla sdolcinato o romanticoso all'eccesso, è un inno alla letteratura e all'amore per essa.
Bisogna ammetere però che, essendo infarcito di citazioni e rimandi alla poesia e a molte opere letterarie inglesi del secolo scorso, la lettura non è per nulla facile e io stessa sono stata tentata spesso di lasciarlo a causa della noia che a volte mi assaliva durante la lettura. Ma se si ha la pazienza di superare le prime duecento pagine, poi si entra nella storia e si viene coinvolti così che non lo si può più abbadonare.

Titolo: L'ultima estate di innocenza
Autore:  Patrick Fogli
Editore: Piemme
Pagine: 600
Data di pubblicazione:  03 Marzo 2008
ISBN: 9788838488580
Prezzo: 12.00 €

Sinossi:
E' un'estate strana, piena di sole accecante e di temporali improvvisi. E' l'estate di Lisa, che ha tredici anni e non parla. Ha smesso un giorno di febbraio. Il giorno in cui non è tornata a casa da scuola fino a notte inoltrata. Il giorno che sua madre Roberta cerca disperatamente di ricostruire, per poter finalmente colmare il muro di silenzio che da allora le tiene distanti. E' l'estate di Michele Ferrara che si sveglia dal coma dopo sei mesi. E che non ricorda quasi nulla della sua vita passata. Niente dell'incidente che lo ha spedito nel buio di una notte di neve. Niente dell'uomo che era e che ritrova piano piano, scoprendo un altro se stesso che non conosce più. E che gli fa paura. E' l'estate di Nicola Zanardi, che fa il fotografo e ritorna dall'Iraq. Con una donna da dimenticare, un amico morto in un attentato e una valigia scambiata che nasconde fotografie che nessuno dovrebbe vedere. E che molti vorrebbero avere. E' l'estate di Giovanni Marra, poliziotto con troppi ricordi, e del corpo di una bambina che mezza Italia sta cercando, riaffiorato all'improvviso dalla terra di un parco. E di altre morti strane e sospette arrivate senza un motivo apparente a disegnare una trama difficile da decifrare. Storie che sembrano distanti tra loro, ma che si riveleranno strettamente intrecciate una all'altra. Finché ognuno dovrà fare i conti con un presente diventato troppo pericoloso. 

Anche questo, come Possessione, è un libro che ho comprato parecchio tempo fa e poi è scomparso nei meandri della mia libreria e mannaggia a me che l'ho lasciato nascosto per così tanto tempo! Perché questo thriller è davvero qualcosa di veramente ben scritto e ben raccontato.
Patrick Fogli decide di strutturare questo romanzo presentando diversi personaggi con storie apparentemente slegate tra di loro, ma che in realtà hanno molto in comune, che ovviamente non vi dico cos'è altrimenti vi rovino la sorpresa.
Quando si decide di scrivere un libro in questo modo si può incorrere in un grosso rischio e cioè quello di fare un gran casino, confondendo le idee del lettore e portarlo ad abbandonare il libro: l'abilità di Fogli sta nel fatto che non tira troppo a lungo la vicenda, ma inizia a dare qualche indizio per capire come stanno le cose dopo le prime centocinquanta pagine. Nonostante questo, se devo essere sincera, devo dire che non è sempre stato così facile proseguire nella lettura, non perché non fossero chiare le dinamiche, ma perché a volte la storia è un po' troppo ridondante e ti viene da pensare "insomma, arriva al sodo!".
In ogni caso, se vi piace il genere, vi consiglio assolutamente di leggerlo perché ha uno stile molto particolare, diverso dai soliti thriller, diverso dalle solite storie che siamo abituati a leggere.
 




martedì 18 dicembre 2012

Una settimana di intensa lettura!

La scorsa settimana vi ho parlato dei miei propositi libreschi per il 2013 e delle sfide alle quali mi ero iscritta ( a quella dell'alfabeto, dei classici e dei libri di Rory Gilmore si è aggiunta quella dei Buoni propositi, che si spiega da sè) e ho tralasciato gli aggiornamenti sulle letture in corso.
Settimana intensa dal punto di vista delle letture: non ho lavorato molto ( la crisi in azienda si sente) e sono uscita di rado. Perciò...


Titolo: Abbiamo sempre vissuto nel castello
Autore: Shirley Jackson
Editore: Adelphi
Prezzo: 18,00
Pagine: 182 

Sinossi:  la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia.

Ecco a voi il così detto "romanzo fuori di testa"! 
Shirley Jackson aveva a suo tempo stupito il mondo della letteratura con il suo "L'incubo di Hill House", una geniale storia horror che aveva affascinato persino Stephen King. 
Beh, "Abbiamo sempre vissuto nel castello" replica in buona misura le particolarità del romanzo precedente.
Geniale perchè... questa autrice riesce a gettarti nell'angoscia, nella paura, in un'inquietudine malsana senza che nella storia ci sia qualcosa di REALMENTE spaventoso. 
E' un romanzo stranissimo, scorrevole e affascinante, un po' claustrofobico, una lenta discesa nel paranoico che non può non ipnotizzare. Racconta la follia con toni così normali e allegri, che ad un certo punto non si capisce più chi sia pazzo e chi no. Straordinario.




Titolo: Muri di carta
Autore: John A. Lindqvist
Editore: Marsilio
Prezzo: 18,50
Pagine: 477

Sinossi:  Che si tratti di un edificio in un sobborgo di Stoccolma che comincia a muoversi minaccioso, di una donna con uno straordinario sesto senso che si trova più a suo agio tra gli alberi della foresta che tra le persone, o di un'anziana pensionata che si lascia coinvolgere in uno strano giro di furti ai grandi magazzini, queste storie inquietanti e magiche nascono tutte da un quotidiano così desolato e spaventoso che solo il sovrannaturale può promettere un riscatto. Dall'ultimo capitolo di "Lasciami entrare", in cui scopriamo cosa ne è stato di Oskar ed Eli dopo la loro fuga da Blackeberg, a "La soluzione finale", scena che conclude le vicende di Flora e Elvy alle prese con i morti viventi, Lindqvist avvolge le sue storie in un'atmosfera sospesa e spietata, riuscendo a raccontare quanto sia impalpabile il confine tra la realtà e l'incomprensibile.


Racconti, un paio notevoli, alcuni pessimi, la raccolta nel suo complesso mi ha lasciata con l'amaro in bocca.
Tutti i racconti hanno come filo comune la follia, l'incomprensibile, l'indefinibile: mostri urbani e follie quotidiani, altre realtà. Le atmosfere sono quelle gelide di boschi e città svedesi, lo stile è fluente; davvero notevoli " Lasciamo morire i vecchi sogni", che riprende vicende e personaggi di "Lasciami entrare" ( romanzo capolavoro di Lindqvist) e "La supplente" ( quest'ultimo l'ho letto sull'autobus, venerdì mentre affrontavo la neve torinese per andare a comperare i regali di Natale, e vi giuro che ero tutto un brivido, e non per la temperatura). Gli altri... li ho già dimenticati.
Voto 5+, e solo perchè è Natale. 






Titolo: Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì
Autore: Katherine Pancol
Editore: Dalai
Prezzo: 20.00
Pagine: 762


 Sinossi: I personaggi di Katherine Pancol sono ancora affannosamente in cerca della felicità pur scansandola per mille, buone ragioni. Hortense, la sua sfacciataggine e la carriera che decolla, l'odio ostinato per i sentimentalismi e Dio sa quanta fatica per abbandonarsi all'amore. Shirley, un valzer serrato tra relazioni sbagliate che dura da troppo e ormai l'ha sfinita. E poi lei, Josephine. Timidezza incurabile e maglioni sformati. Che attraversa Parigi per prendersi cura di un fiore. Gary che non ha la pazienza di aspettare, Philippe che invece non fa altro, e infine Oliver - "faccia da re umile" - che fa l'amore come s'impasta del buon pane. Un girotondo di vorrei ma non posso che finalmente ha la forza di interrompersi: fare i conti con quello che è stato, farlo adesso e senza riserve, per afferrare un lembo di felicità. D'altronde, gli scoiattoli di Central Park insegnano: la felicità ci inganna e dura un istante. La domenica i turisti affollano il parco, ma il lunedì?

... e poi c'è questo. Che ho abbandonato senza pietà dopo una cinquantina di pagine, perchè va beh che a Natale siamo tutti più buoni, ma io quest'anno non ho fatto fioretti!
Fra l'altro, questo me l'ha passato Francesca, e se non ricordo male le è piaciuto (Francy?).
Ho letto qualche recensione qua e là, e ho scoperto che è il terzo volume di una trilogia, e che i primi due romanzi hanno incontrato molto più successo rispetto a quest'ultimo. 
A me non è piaciuto. Non sono proprio riuscita ad entrare nella storia, calarmi nei panni dei personaggi. Mi sembrava un Sex and the city mal riuscito, più melenso e meno divertente. Personaggi poco definiti e una serie di luoghi comuni che ho trovato insopportabili. 


martedì 11 dicembre 2012

Recensioni in Pillole: I Sublimi Segreti delle Ya-Ya Sisters - Rebecca Wells e Il Giardino delle Erbe Proibite - Titania Hardie

Per la serie "a volte ritornano" eccomi qui, dopo tanto tempo, a postare di nuovo una recensione. Anzi, a dire la verità sono due recensioni insieme e per un po', almeno fino a che il lavoro sarà intenso come adesso e mi ruberà non tanto il tempo per leggere, quanto quello per sedermi al computer a scrivere una recensione, recensirò più libri insieme.
Quindi finché troverete nel titolo del post "Recensioni in pillole" saprete che sono recensioni più corte di quelle che scrivo di solito e che conterrano le mie impressioni su due o più libri.

Titolo: I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters
Titolo originale: Divine Secrets of the Ya-Ya Sisterhood
Autore:  Rebecca Wells
Traduttore: L. Perria
Editore:  Marco Tropea Editore
Pagine: 388
Data di pubblicazione:  11 Luglio 2002
ISBN: 9788851520335
Prezzo: 8.00 €

Sinossi:
"Questa è la danza goffa e dolceamara della vita, eseguita da un gruppo di indimenticabili 'belle del Sud'." Così Io scrittore Tom Robbins ha definito la storia dell'allegra tribù di amiche, le Ya-Ya Sisters, e della loro regina Vivi Abbott Walker.Tutto comincia quando Sidda Walker, figlia di Vivi e affermata autrice teatrale, rilascia un'intervista a un giornale parlando della madre come di una donna violenta che picchiava i figli a ritmo di tip tap. La rottura è inevitabile, e tocca alle mitiche Ya-Ya tornare in campo: convincere l'amica a inviare alla figlia l'album dei loro anni ruggenti e rinverdire i ricordi è tutt'uno. Ecco allora rievocate le vicende delle ragazze scatenate, gli amori, le scorribande al grido di 'fuma, bevi e non pensare', le feste a base di bourbon che scandalizzavano la vecchia Louisiana, o quella irruzione alla prima di "Via col vento". Il viaggio nella memoria aiuterà Sidda a comprendere l'imperfetta bellezza dell'amore che lega una madre e una figlia. E l'irriverente, indomabile follia di un sodalizio femminile.

Ho finito questo libro parecchi giorni fa e temevo che, a recensirlo dopo così tanto tempo, avrei avuto poco da dire perché pensavo di dimenticare la stroria, le sensazioni e le emozioni che questo romanzo mi ha lasciato.
E invece non è affatto così e questo dimostra quanto sia bello e assolutamente da leggere!

Sidda Walker, dopo aver litigato con la madre a causa di un articolo uscito sul New York Times, perde la terra da sotto i piedi e va in crisi. Decide così di prendersi un periodo sabbatico e di allontanarsi da tutto e da tutti, fidanzato compreso, rimandando ache il matrimonio.
La madre Vivi e sue amiche Ya-Ya le andranno incontro spedendole il libro "I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters" per aiutarla a ritrovare la fiducia in se stessa, nell'amore e nella vita. E sarà un buon punto di partenza per riavvicinare madre e figlia.

Erano anni che volevo leggere questo libro, ma è davvero difficile reperirlo perché hanno smesso di pubblicarlo e la biblioteca del mio paesino non ce l'ha in catalogo. Poi un giorno la dolce Federica de La Fede Librovora (che adesso mi sta facendo morire di invidia perché si trova a New York!!!) si è offerta di prestarmelo e io le faccio un monumento perché mi ha dato la possibilità di leggere questo bellissimo romanzo che parla di donne assolutamente incredibili che ti entrano dentro e in cui è facile riconosci.
La vicenda è carica di sentimenti e il tutto è descritto con una maestria tale per cui è impossibile rimanere lettori passivi. E' un libro che ti entra dentro e ti lascia molto, un libro che non si può non leggere.


Titolo: Il giardino delle erbe proibite
Titolo originale: The House of the Wind
Autore: Titania Hardie
Traduttore: C. Volpi
Editore: Piemme
Pagine: 470
Data di pubblicazione:  15 Ottobre 2012
ISBN: 9788856628951
Prezzo: 11.50 €

Sinossi:
E' una mattina d'inverno e la nebbia si dirada lenta nella baia di San Francisco. Madeline si sveglia carica di eccitazione per l'arrivo del fidanzato, dopo mesi di lontananza. Ma un terribile incidente infrange tutti i suoi sogni. Ora che nulla sembra avere più senso, è solo con sua nonna Isabella, in quella casa che odora di fiori e di fresco, che riesce a ritrovare un po' di pace. Isabella sa che quando la vita ti strappa le ali, l'unico modo per ricominciare è cercare le tue radici, ed è in Toscana, in un antico borgo nei pressi di Volterra, che si trovano quelle di sua nipote. Quando raggiunge l'antica villa di famiglia, Madeline resta affascinata dall'aura di mistero che la avvolge. Qualcosa di magico e potente trapela da quel luogo, e le piante dell'incantevole giardino nascondono una storia che settecento anni prima ha portato con sé dolore e morte. La storia di una ragazzina, Mia, che, dal giorno in cui ha visto uccidere sua madre, ha rinunciato alla parola, ma ha trovato nella natura e nei suoi segreti un rifugio sicuro. La storia di una donna che per amore ha sfidato le convenzioni e, in una notte di tempesta, si è conquistata la libertà. Conoscitrice delle erbe e delle loro proprietà medicinali, detentrice di un sapere antico e pagano, il suo arrivo nella villa cambia per sempre il destino di Mia.

A parte il titolo che non c'entra assolutamente nulla con l'originale, questo libro è forse il più brutto che ho letto quest'anno.
L'ho trovato in offerta su Amazon a 0.99 centesimi e grazie al cielo che l'ho pagato così poco, altrimenti mi sarei fustigata da sola per la sciocchezza commessa!
Leggendo il titolo e la trama ci si aspetta innanzitutto una storia avvicente e coinvolgete e le prime pagine non disattendono l'aspettativa, ma poi ne rimangono altre 420 che devono catturare e far venire voglia la lettore di prseguire. Peccato che in quelle restanti 420 pagine si perda completamente tutto: la voglia di leggerlo, il coinvolgimento emotivo, l'empatia con i personaggi, tutto svanisce e la lettura prosegue lenta e noiosa.
Inoltre la trama è un alternarsi di passato e presente, con la storia della piccola Mia ambientata nella Toscana del 1300 e quella di Madeline ambientata nella San Francisco e nella Toscana dei giorno nostri, ma l'autrice non è in grado di gestire bene le due vicende e spesso una parte è così lunga che si dimenticano le vicende successe nell'altra.
Insomma, bocciato su tutta la linea! Lo salvo solo un pochino perché è ambientato nella mia amata e adorata Toscana che, se non altro, è dipinta con colori caldi e vividi.