Pagine

domenica 2 settembre 2012

L'amante di lady Chatterley





Titolo: L'amante di lady Chatterley
Autore: D. H. Lawrence
Editore: Newton&Copton
Prezzo: 6,00
Pagine: 320

Sinossi:  Connie Chatterley è moglie di sir Clifford, un aristocratico che in seguito a una ferita di guerra è diventato impotente (metafora della sterilità intellettualistica della sua cultura e della sua classe). Connie desidera la maternità e la sua carica vitale la spinge verso il guardiacaccia Mellors. Nasce tra i due la passione...



"E se c'è un cielo, lui è là, e lui mi dormirà accanto in modo che io possa dormire."


Beh, beh, beh.

 Ci sono romanzi che entrano di prepotenza nella storia della letteratura e che conservano un' aura di fascino e di mistero nonostante gli anni che passano. 
L'avevo letto anni fa e lo sto rileggendo in questi giorni per una sfida sui classici a cui partecipo su  aNobii. 
Rileggerlo a distanza di qualche tempo, con una maturità diversa, fa il suo effetto, non lo nego.


Non sono una lettrice facilmente scandalizzabile, tutt'altro. Ho letto la mia parte di romanzetti rosa tipo Harmony ( che, diciamocela tutta, a volte abbondano di dettagli), ho letto beceri romanzetti con dame di fuoco e stallieri pieni di entusiasmo, ho letto qualche serio romanzo erotico. Mi manca la trilogia delle 50 sfumature, ma spero di recuperare. Insomma, sono giunta alla conclusione che...scrivere di sesso non è facile. 

Scrivere in modo che sia vero, ma non volgare, non è facile; scrivere in modo che non sia solo sesso, ma che dietro ci siano ragionamenti, delle pulsioni, delle emozioni, non è facile; scrivere in modo che i personaggi non siano solo due corpi nudi su un letto, o su una balla di fieno, ma caratteri precisi, con un cuore e un cervello funzionante, non è facile.


Perchè chi cerca in "L'amante di lady Chatterley" solo  la sessualità, sbaglia indirizzo. Credo che sia un romanzo più che altro sensuale: si insinua, come una serpe, come un dubbio. Cos' è più scorretto: costringere una donna nel fiore degli anni a zittire i suoi istinti, o cedere all'istinto, tradendo il marito ma conservando intatto l'amore? 

E' più corretto il marito che pretende fedeltà dalla moglie insoddisfatta, o quello che le permette lo svago del tradimento di letto, non potendo soddisfare lui stesso i bisogni della moglie? E' giusto che una donna mantenga la maschera dell' algida moglie priva di calore e necessità ( si, proprio necessità sessuali), quando un uomo è autorizzato a cercare altrove se la consorte non porta a termine i suoi "doveri coniugali"?


Come una serpe, ripeto....


Nessun commento:

Posta un commento