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lunedì 10 settembre 2012

Caffè Babilonia - Marsha Mehran

Titolo: Caffè Babilonia
Titolo originale: Pomegranate Soup
Autore: Marsha Mehran
Traduttore: A. Cioni
Editore: Neri Pozza
Pagine: 244
Data di pubblicazione: 01 Gennaio 2005
ISBN: 9788854500129
Prezzo: 15.50 €

Sinossi:

Marjan Aminpour è nata in Persia, una terra di antichi deserti dove il suolo arido si confonde con i resti sgretolati delle colonne di Persepoli, eppure ha un vero talento per le piante. Guidata dalle mani gentili di Babà Pirooz, il vecchio giardiniere barbuto che curava le terre della sua casa d'infanzia, ha imparato sin da bambina a coltivare la maggiorana e l'angelica dorata. Ora Marjan è a Ballinacroagh, il villaggio dell'Irlanda occidentale dove, dopo essere scappata dall'Iran khomeinista, si è stabilita assieme a Bahar e Layla, le sue sorelle più piccole. Col cardamomo e l'acqua di rose, il basmati, il dragoncello e la santoreggia, Marjan prepara le sue speziate ricette persiane al Caffè Babilonia, il locale che, assieme alle sorelle, ha ricavato dall'ex panetteria di Estelle Delmonico, la vedova di un fornaio italiano, e dove la gente di Ballinacroagh accorre ogni giorno numerosa, attratta dalle pareti vermiglie, dalle zuppe di melagrana e dal samovar del tè sempre pronto. Marjan potrebbe finalmente godere dei suoi meritati piccoli trionfi se un perfido scherzo del destino non si fosse preso la briga di turbarla profondamente: Layla, la spensierata Layla, la sorellina che si è conquistata subito la simpatia dell'intera Ballinacroagh, si è innamorata, ricambiata, di Malachy McGuire, uno dei figli di Thomas McGuire, il boss del villaggio che possiede un'infinità di pub e ambirebbe volentieri a mettere le mani sul Caffè Babilonia... 

Caffè Babilonia, oltre ad essere il titolo del libro, è il nome del caffè che le tre sorelle Aminpour hanno deciso di aprire in uno sperduto paese irlandese dal nome impronunciabile: Ballinacroagh.
Marjan è la maggiore e ha un vero talento per la cucina: mangiando i suoi piatti la gente riscopre sogni sopiti da tempo, desideri nascosti ed esce sempre col sorriso sulle labbra e l'animo un po' in subbuglio.
Leyla è la più piccola delle tre, profuma di acqua di rose e cannella e fa voltare tutti gli uomini al suo passaggio. Arriva in questo paese con poche speranze ma consoce l'amore nella persona di Malachy McGuire che la ricambia inevitabilmente.
E poi c'è Bahar, la sorella di mezzo, ansiosa e spaventata a causa di esperienze tremende che ha dovuto vivere in Iran.
Per le tre donne l'Irlanda rappresenta un nuovo inizio, una nuova vita lontana da tutto quello che è stato il loro passato di dolore e sofferenza. Un passato del quale portano ancora i segni e che la maggiore sta cercando di cancellare in tutti i modi. Se è vero che dai problemi del passato si può fuggire è anche vero che la vita di problemi ne crea sempre di nuovi e nemmeno un remoto paesino tra le colline dell'Irlanda ne è immune, anzi! Le tre sorelle dovranno far fronte ai pregiudizi derivanti dal colore della loro pelle, dal fatto di appartenere ad un'altra etnia, dovranno affrontare le dispotiche ambizioni di Thomas McGuire e combattere con i fantasmi che ancora affollano il loro passato.

Non conosco per nulla la storia dell'Iran, se non quella attuale legata al post l'11 settembre 2001, ma dalle parole di Marsha Mehran traspare l'idea di una terra splendida rovinata da idealogie estremiste che hanno prevalso sul buon senso. Da donna, fa male sapere il modo in cui sono costrette a vivere, soprattutto sapendo che prima della rivoluzione del 1979 tante cose ora vietate erano loro permesse.
Questo libro, oltre ad essere una piacevole storia di vita quotidiana, con in mezzo amore, amicizia e malelingue, è anche uno spunto di riflessione specialmente al giorno d'oggi quando orami la globalizzazione ha aperto tutti i confini e si fa sentire non solo più nelle grandi città, ma anche nei piccoli paesini.
Molto molto interessante e da me apprezzatissima, la scelta di intitolare ogni capitolo col nome di una pietanza tipica iraniana, che poi fa da filo conduttore al racconto, e di mettere la ricetta del piatto all'inizio dello stesso.

Vi consiglio dunque di leggerlo, se non altro perché è un libro che scorre in fretta e, se siete in un periodo pieno come il mio, una buona fonte di svago.

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