Titolo originale: One Moment, One Morning
Autore: Sara Rayner
Traduttore: V. Bastia
Editore: Guanda Narratori della Fenice
Pagine: 407
Data di pubblicazione: Settembre 2012
ISBN: 9788860885197
Prezzo: 17.00 €
Sinossi:
E' un lunedì mattina come tanti, sul treno che porta i pendolari da Brighton a Londra. Nei vagoni, visi assonnati, preoccupati, speranzosi. Qualcuno finisce di truccarsi, qualcuno legge, c'è chi chiacchiera e chi ascolta musica dall'iPod pensando alla giornata che lo aspetta. Per Karen e suo marito è una giornata felice: stanno andando a firmare per il mutuo della nuova casa, che accoglierà loro e i due figli. Lou, dal sedile accanto, li osserva e la loro evidente complicità la mette di buon umore, anche se prova un pizzico di invidia per quell'amore sereno e totale che a lei sembra negato. Anna, invece, qualche carrozza più in là, sogna di acquistare la giacca di cui ha visto la foto sulla rivista che sta sfogliando, e piega l'angolo della pagina per ricordarsene. E tutto normale, è tutto tranquillo... ma poi qualcosa, di colpo, rimescola le carte della vita e quel mattino come tanti diventa il punto di svolta, l'inizio di una settimana drammatica. Legate da una tragica casualità, le tre donne affronteranno insieme i giorni seguenti e troveranno nella loro amicizia la forza per superare il dolore. Insieme scopriranno che, se davvero basta un attimo perché tutto vada in frantumi, la vita non si ferma e ci chiede di tenere il passo...
Ci sono libri che leggi e ti entrano dentro, li adori dalla prima all'ultima parola e ti resta dentro insegnandoti qualcosa. Poi ci sono quei libri che odi dalla prima all'ultima parola e che non consiglieresti nemmeno al tuo peggior nemico. Ed infine, ci sono quei libri che si lasciano leggere, pagina dopo pagina, parola dopo parola, ma che una volta giunti alla fine non ti hanno lasciato assolutamente nulla.
Un attimo, un mattino per me rietra nell'ultima categoria: l'ho iniziato, l'ho letto senza troppi problemi, ho sfogliato pagina dopo pagina ed ho seguito le vicende di Anna, Karen e Lou ma solo ed esclusivamente da spettatrice esterna; non ho mai provato simpatia o antipatia per nessuno dei protagonisti, non mi sono commossa di fronte al dolore di Karen per la morte del marito Simon, non ho provato empatia per nessuno.
E tutto questo è davvero un peccato perché, a mio parere, questo libro un potenziale ce l'aveva e anche alto.
In questo romanzo si racconta di come, una mattina, sul treno che da Brighton porta a Londra, Simon, marito di Karen, ha un infarto. Una donna giovane di nome Lou assiste a tutta la scena ed è la prima a rendersi conto dell'accaduto, mentre in un'altra carrozza Anna si preoccupa del fatto che, a causa di questo incidente, arriverà in ritardo a lavoro.
Una volta che il personale ha deciso di far scendere dal treno tutti i passeggeri, Anna e Lou si ritroveranno a dividere un taxi, la seconda aggiornerà la prima su cos'è successo e, quando Karen chiamerà Anna, sua amica dai tempi dell'università, questa si renderà pienamente conto di quello che è accaduto.
La morte di Simon è lo spunto per raccontare l'amicizia tra Karen e Anne e, più in generale, un'amicizia tra donne. Perccato, però, che il modo in cui tutta la vicenda viene narrata e gestita, non porti a nulla. Per non parlare poi di come Anna e Lou diventano amiche: quel mattino, sul taxi, Lou dà il proprio biglietto da visita ad Anna e questa, un giorno, le manda un sms per dirle che è sul treno e che, se vuole, le tiene un posto accanto a sé.
Ora, io sono una persona timida di natura, ma se consocessi in circostanze simili una persona e fossi così distrutta dal dolore per la morte del marito della mia migliore amica, non credo che a tre giorni dall'accaduto mi verrebbe voglia di scrivere ad una perfetta sconosciuta (che tra l'altro mi riporterebbe alla mente, inevitabilmente, quel fatto per cui soffro) per fare due chiacchiere sul treno.
Se l'idea di base era buona, mi è sembrato che l'autrice si sia persa per strada e non sia riuscita a sfruttare al meglio le sue idee. Ha scritto una storia che non trasmette nulla e che invece dovrebbe provocarti qualcosa, ha gestito male il tutto e forzato troppo la mano.
Peccato perché, titolo e copertina a parte che sono splendidi, la trama aveva davvero tutte le carte in regola per piacere e per sfondare.
Sono soddisfatta della tua recensione :D :D
RispondiEliminaCi avrei scommesso! :D
EliminaComunque è un peccato perché aveva davvero delle buone basi...
Sono quei libri che a me fanno anche innervosire: hanno tutti i numeri in regola ma non li sfruttano...e tu rimani lì a capire se ti piace o non ti piace e a fare come dici tu, da spettatrice esterna e quasi indifferente...
RispondiEliminapeccato...invece la tua analisi è molto buona e ben sviluppata...:-)
Sì, esatto, ti arrabbi perché ti chiedi come sia possibile sfruttare così male una trama con così tanto potenziale. E un po' mi arrabbio anche con me stessa che ci sono cascata...
EliminaGrazie mille, mi fa un piacere immenso sentirti dire questo :)
Arrivo anche io!!! Non avevo visto la recensione!!! Mannaggia, ma sono lieta che tu abbia confermato il pensiero mio e di Sonia. =)
RispondiEliminaTipico libro della serie: come sprecare una bella idea!
Peccato. =)
Ciau!^^
Esatto, quello è lo slogan adatto a questo romanzo ed è davvero davvero un peccato (lo so che l'ho già detto mille volte, ma fa nulla) perché prometteva molto molto bene!
EliminaCiao cara e buona giornata :)