Titolo: Lilium
Autore: Mariapia Messina
E-book
Pag: 114
Prezzo: 0,89
Sinossi: Nel linguaggio dei fiori il lilium significa purezza. Il fresco vento estivo degli anni più dolci lascia presto il posto al vento più freddo e tagliente della realtà. Dall’alto di una torre ricoperta di canditi fiori una ragazza guardava le bianche nuvole e sperava di riuscire a toccare finalmente la soffice terra. Di lei Sara scrive e scrive perché forse quello è l’unico modo per cancellare il suo tormento, il suo amore segreto, suo fratello. Ma anche un candido fiore appassisce se viene immerso in un’acqua torbida e presto muore. E muore tutto, ne più gioia ne speranza abitano le stanze sempre silenziose di una bella casa. E se per troppo tempo si indossa una maschera questa si consumerà e si infrangerà. Solo quando resterai completamente indifeso davanti a quella realtà ti renderai conto di quanto sia inutile cercare di scappare da li, eppure ci provi. Ci provi perché preferisci cadere e farti male piuttosto che lasciarti morire senza almeno provare.
La storia che viene raccontata da questa giovane scrittrice è fortemente disturbante: l'amore di cui si racconta è infatti quello che lega Sara a suo fratello, Emanuele.
Avevo già letto un romanzo incentrato su questo argomento. Quell'altro aveva un che di morboso (forse è per questo che non lo ricordo con piacere); "Lilium" invece conserva una certa nota delicata.
E' una storia dolorosissima, dura, irta di spine...
Eppure il romanzo è svolto con grazia, non cade mai nel morboso, non cede alla tentazione di qualche passaggio che possa rendere interessante la storia a discapito del buon gusto.
Con il finale che non ti aspetti. Cioè, ci pensi, ci speri, ma non ti aspetti. Difficile da spiegare, leggete e capirete.
L'impressione è quella di una storia adulta raccontata con un linguaggio più fresco.
A mio parere, però, la scrittura avrebbe potuto essere più accurata: punteggiatura poco precisa ( che talvolta, spesso nei dialoghi, rovina un po' il ritmo del discorso) e qualche passaggio confuso.
Promosso.
E' un tema che sta andando di moda e che non riesco in alcun modo a concepire.Sarà un mio limite ma credo ci debbano essere delle regole, un pizzico di morale e amare il proprio fratello come non si dovrebbe mi ripugna. Non posso farci nulla!
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo con te, è un tema molto difficile e anche a me urta. Sia chiaro che io considero questo fatto patologico, senza dubbio. penso però che ci sia modo e modo di raccontare il patologico, e questo testo lo racconta nel modo più indolore ( indolore? no, non posso parlare di indolore, ma è il termine che si avvicina meglio a quello che penso)possibile. Non cade nelle perversioni gratuite, non si dilunga nei dettagli e nelle pieghe di questa storia che ben si presterebbe ad osservazioni ripugnanti.
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