Titolo originale: Hot Water Music
Autore: Charles Bukowski
Editore: Universale Economica Feltrinelli
Pagine: 191
Data di pubblicazione: Gennaio 2007
ISBN: 9788807721670
Prezzo: 8.50 €
Sinossi: "Musica per organi caldi" raccoglie trentasei racconti di un Bukowski familiare e nuovo al contempo. Familiare perché, dopo essersi cimentato con le strutture del romanzo, torna al passo narrativo del racconto, che gli è particolarmente congeniale, ma anche nuovo, perché in queste pagine, spregiudicate e anche feroci, crea le sintesi più felici del proprio repertorio formale e contenutistico. Se da una parte, infatti, ci troviamo di fronte ai personaggi che tradizionalmente popolano queste storie di ordinaria follia, a un'umanità sbracata e litigiosa, sfrenata e beona, dall'altra Bukowski mette a fuoco con maggiore intensità ed essenzialità le gesta dei suoi eroi, che diventano tanto più straordinari quanto più si muovono nelle dimensioni di una ostentata banalità. Della musica che accompagna le tragicommedie della vita quotidiana Bukowski sa cogliere in modo impareggiabile i sottofondi umoristici e poetici, le note patetiche e inquietanti.
Quando si tratta di Bukowski, non so mai bene cosa dire. Perchè se è vero che adoro i suoi racconti, è anche vero che non sono molto brava a esprimere ciò che mi trasmettono. Non perchè non siano abbastanza comunicativi, anzi... il problema è che comunicano troppo.
Se cercate una bella prosa, una storia a lieto fine e il ''vissero tutti felici e contenti'', beh allora Bukowski proprio non fa per voi. Perchè quello che arriva dai racconti di questo autore, è che la realtà in fondo è piuttosto banale e vuota e la vita non è così una meraviglia come ce la si aspetta.
I protagonisti sono gli antieroi per eccellenza: alcolisti e perdigiorno, scommettitori e donnaioli. Insomma, non certo il tipo di persone che vorreste trovare come personaggi chiave di un romanzo. Ma la cosa bella è che a loro modo riescono a sopravvivere in questa bruttura: Bukowski canta l'emarginazione, il dramma, in maniera assolutamente ironica e semplice. A volte spiazza, come quando ti trovi di fronte a questo:
Spero che la macchina parta. Spero che il lavandino non sia ingorgato. Sono contento di non essermi scopato una studentessa. Sono contento di avere problemi ad andare a letto con le donne che non conosco. Sono contento di essere un idiota. Sono contento di non sapere niente. Sono contento di non essere ancora morto. Quando mi guardo le mani e vedo che sono ancora attaccate ai polsi, mi dico che sono fortunato.
Beh, non puoi far altro che pensare che è vero. Ci lamentiamo tutti i giorni perchè il lavoro non va, perchè la vita è una noia, perchè ci sono le bollette da pagare, senza pensare che stiamo sprecando tempo e perdendo degli attimi di vita che non torneranno mai indietro.
Questo è Bukowski: dissacrante, ma realista. Idealista disilluso che ha mostrato il lato vero del sogno americano.
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