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martedì 27 novembre 2012

"Io non compro!", Judith Levine


Titolo: Io non compro!
Autore: Judith Levine
Editore: Ponte alle Grazie
Prezzo: 14,00
Pagine: 243

-elisa


"Lavora e spendi": questo il circolo vizioso in cui l'autrice vede intrappolata la società. Invece di ricercare una nuova qualità della vita, si preferisce inseguire un modello di benessere che fa apparire necessarie una quantità di cose che non lo sono. Sperimentando in prima persona uno stile di vita improntato alla sobrietà, la Levine interroga un intero modello di civiltà, affiancandosi a una tendenza sempre più attuale anche in Italia: quella del consumo responsabile, del commercio equo e dei Gruppi di Acquisto Solidale (GAS)





Di solito vegeto fra i romanzi. Di quando in quando, durante il pascolo in biblioteca, incappo in saggi e studi che attirano la mia attenzione.
Judith Levine, scrittrice e giornalista americana, ha sperimentato per un intero anno cosa voglia dire... non acquistare. Non acquistare NULLA, salvo alimenti di base ( quindi non lavorati: no biscotti, cracker, marmellate) ed eventuali medicinali. L'interrogativo è: è davvero possibile tirarsi fuori dal mercato?
Le teorie economiche imperanti nel mondo occidentale sono due:
1) Se gli esseri umani continueranno con questo andazzo, le materie prime finiranno, l'inquinamento avrà la meglio e il nostro pianeta collasserà
2) Non si può realmente voltare le spalle all'economia di mercato, perchè non viviamo più in una società che può permettere ad un individuo di essere autosufficiente.

Questo esperimento non riguarda le alternative al mercato standard ( filiera corta, biologico, riciclo e riutilizzo), piuttosto come si modificano i rapporti sociali quando si intraprende un percorso che esclude lo spendere i soldi per cose non essenziali. Del tipo: come si incontrano gli amici se si escludono le cene, le serate al cinema, gli aperitivi, e nessuno vuole uscire a fare due passi perchè fuori si gela? Come ci si tiene informati se non si acquistano quotidiani e si rinuncia alla tv? Quando si può "acculturare" una persona se non può comperare i biglietti per un museo, noleggiare dvd, ma si deve limitare alle mostre ad ingresso gratuito e ai vecchi film?
E' Natale? e i compleanni?

La conclusione alla quale sembra arrivare è che ci non si può tirare completamente fuori dal mercato, ma si può acquistare e consumare consapevolmente, riciclando e riusando.
" ha scoperto l'acqua calda!", potreste dire voi. Alcuni discorsi possono sembrare banali, ma vi assicuro che è un libro ( e un esperimento) di tutto rispetto.



1 commento:

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