Pagine

giovedì 3 gennaio 2013

Il seggio vacante, J.K.Rowling

Titolo: Il seggio vacante
Autore: J.K.Rowling
Editore: Salani
Pagine: 553
Prezzo: 22,00



Sinossi: A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un'idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un'antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all'interno dell'amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l'unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo. J.K. Rowling firma un romanzo sulla società contemporanea, una commedia sulla nozione di impegno e responsabilità. In questo libro di conflitti generazionali e riscatti le trame si intrecciano e i personaggi rimangono impressi come un marchio a fuoco. Pagford, con tutte le sue contraddizioni e le sue bassezze, è una realtà così vicina da non lasciare indifferenti.



Se volete farvi un'idea di cosa sia la pressione psicologica, chiedete al mio ragazzo la sua esperienza a partire dal momento in cui ho saputo che J.K.Rowling avrebbe pubblicato un romanzo, questa volta estraneo alla saga di Harry Potter.
Appena uscito, mi trovavo un po' a corto di fondi, ma ho pensato che sarebbe stato un perfetto regalo di Natale ( e ogni riferimento è puramente casuale)...
Sta di fatto che l'ho trovato sotto l'albero (grazie Manuel!).

Dunque, prima di dirvi la mia in proposito, vorrei fare presente due cose.
La prima è che ci troviamo davanti un'opera molto diversa dalla saga del maghetto: diversa per impostazione, stile, ritmo, messaggi. Chi cerca la magia ( e i Serpeverde), rimarrà a bocca asciutta.
La seconda è che si tratta di quel genere di romanzo che o si ama o si odia. Me ne sono resa conto leggendo, e ho avuto la conferma girellando su internet e leggendo qualche opinione.

La trama si riduce a pochi, essenziali, fatti: Barry Fairbrother, consigliere comunale e allenatore della squadra di canottaggio femminile della scuola superiore, muore improvvisamente.
Si apre quella che viene definita "vacanza", periodo di tempo in cui il consigliere comunale manca dal suo ruolo e si pensa ad un sostituto.
Ecco, tutto qui. Questo è il punto iniziale, il centro, e la fine del tutto. La trama non si smuoverà di un millimetro solo rispetto a ciò.
In cosa consiste allora il romanzo?
Consiste nel raccontare la girandola di sentimenti, pensieri e sensazioni innescata da questo improvviso evento.
Come reagiscono i familiari? E i vicini? A chi dispiace sul serio, e chi, invece, finge il cordoglio? Chi ottiene vantaggi dalla sua morte? Quali sono i pettegolezzi che si sussurrano nei negozi quando passa la vedova? Perchè Barry non è solo marito, padre e consigliere comunale: è anche allenatore, amico (amante? mmm), cliente, rivale politico, insopportabile vicino.
La scrittura è pulita e lineare; l'analisi psicologica è a mio avviso stupefacente, e lontana dagli stereotipi: mai avrei immaginato che da un piccolo fatto sarebbe potuto emergere una descrizione così viva di un paese e dei suoi abitanti.
Dottori, bottegai, politicanti, tossicodipendenti, studenti, vicini di casa... la mente di ognuno è passata al setaccio.
Molto acuta, J.K, complimenti!






3 commenti:

  1. Anche a me è piaciuto moltissimo! Ma le emozioni sono state così intense che fatico a scrivere la recensione.... Grande Rowling ^_^

    RispondiElimina
  2. Ho adorato la saga di Harry Potter, ma questo soggetto non mi intriga per niente...

    RispondiElimina
  3. Io sono un po' in dubbio, ma so già che finirò per acquistarlo. Poi dopo la tua recensione... Assolutamente deve essere mio! :D

    RispondiElimina