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venerdì 3 agosto 2012

Sei Biblioteche - Zoran Živković



Dopo il giallo atipico "L'ultimo libro", Zivkovic continua la sua esplorazione narrativa del mondo dei libri con un romanzo a mosaico che esplora in sei storie collegate tra loro il tema della biblioteca, da quella personale a quella pubblica. Nella biblioteca virtuale uno scrittore scopre i libri che non ha ancora scritto; un appassionato lettore si trova ad affrontare una biblioteca di casa che cresce a dismisura sino a occupare ogni centimetro quadrato del proprio appartamento; nella biblioteca notturna un lettore può consultare, per una sola notte, le vite di tutti gli esseri umani come se fossero altrettanti libri; nella biblioteca infernale si scopre quale sarà la pena dei peccatori; la biblioteca più piccola si trova su una bancarella; e nella biblioteca più raffinata... Sempre surreale, spiazzante e intrigante, Zivkovic è capace di sorprendere nel giro di una pagina e ha il dono unico di trasformare la nostra passione di lettori in narrazioni avvincenti e curiose. 

Partiamo con una confessione: l'ho comprato solo ed esclusivamente perchè era in offerta su Kindle Store, a 1,99€.
Non avevo mai letto nulla di Živković prima di "Sei Biblioteche" e non l'avevo nemmeno mai sentito nominare. Questo libro è stato quindi una piacevole scoperta, si lascia leggere e dal mio punto di vista è anche piuttosto originale.
Si tratta di sei racconti in cui i protagonisti assoluti sono appunto sei biblioteche, ognuna con una particolarità.
Si è catapultati in mondi surreali, fatti di libri vivi che prendono decisioni e commettono bizzarrie, senza però mai sconvolgere il malcapitato che ogni volta è il ritratto dell'imperturbabilità.
Molto metaforico per certi aspetti, e reale per altri: Živković è riuscito a creare un piccolo universo di vicende letterarie soprannaturali che vi lasceranno a metà tra lo stupito e il divertito.
I suoi eroici protagonisti non si lasceranno abbattere dalle avversità: si rimboccano le maniche e tentano di risolvere la spinosa questione, non c'è tempo per pensare al manicomio, bisogna agire in fretta. 

E come Živković fa dire a uno dei suoi personaggi:
Da un pezzo mi ero reso conto che il mondo è pieno di cose prodigiose che non si possono spiegare. Non serve crucciarsi. La gente che ci prova lo stesso , alla fine, ne ricava soltanto infelicità. E perché l'uomo dovrebbe essere infelice, se non è necessario? Le cose insolite vanno semplicemente accettate così come sono, senza spiegazioni. È il modo più facile per conviverci.

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